DA PIU' DI UN ANNO RICEVE MINACCE.DAL VICE PRESIDENTE CHITI AI COLLEGHI: DEVE ESSERE SCORTATO.
ROMA - Nello Rega era solo in macchina la notte della Befana. Tornava da una serata con amici, nel Materano. Non si può certo dire che ci sia un gran via vai la notte sulla statale Basentana. L' auto che ha speronato Nello Rega, inviato di Televideo Rai, ha potuto fare le sue manovre senza essere vista da nessuno. Erano a pochi chilometri da Potenza. Il proiettile è partito subito dopo: un colpo. È andato a sbattere sui vetri posteriori della macchina di Nello Rega, perché il giornalista ha spinto il pedale dell' acceleratore in una fuga disperata. È andata. Nello Rega è arrivato sano e salvo a una stazione dei carabinieri. «Ma chi ha sottovalutato il pericolo che correvo ora deve fare un esame di coscienza», dice ora il giornalista, assai preoccupato. Non è la prima disavventura che gli capita. Tutto comincia nel settembre del 2009, quando arriva in libreria il suo libro «Diversi e divisi», un testo che parla della convivenza tra islamici e cristiani attraverso il racconto della storia d' amore durata tre anni con una donna sciita, Amira. «Subito prima della presentazione del libro ricevetti a casa una busta con dentro due proiettili», racconta Nello Rega, segnalando che questo è stata la prima di una lunga serie di minacce che non lo hanno mai più abbandonato. Una serie macabra di avvertimenti sulla quale Nello Rega non ha alcun dubbio. «Sono tutte quante opera di Hezbollah. Me l' hanno giurata per quello che ho scritto e sostengo nel mio libro». Una serie macabra di avvertimenti che hanno fatto alzare il livello della paura e hanno fatto chiedere da più parti una scorta per Nello Rega.
Le lettere 1 La busta con i proiettili Nel 2009 Rega trova una busta sul parabrezza dell' auto, a Roma: dentro, due proiettili e un foglio scritto al computer. «Nello Rega sei morto questi sono per te e subbito (sic) lo facciamo... Allah e Hezbollah hanno deciso di farti morire» 2 La seconda missiva a Potenza Una seconda busta viene invece recapitata a casa della madre del giornalista, a Potenza: due proiettili, altre minacce, la fotocopia della copertina del libro. Il giornalista ha anche trovato una propria foto infilata sotto la porta di casa, con la scritta «morirai». (Fonte: http://www.corriere.it/ , 8/1)
Primo fra tutti Vannino Chiti, vice presidente del Senato del Pd: «I colpi di pistola contro l' auto di Nello Rega sono una minaccia seria e concreta a un uomo da tempo impegnato sul fronte del dialogo interreligioso». Antonio Bagnardi, direttore di Televideo Rai, ha lanciato invece un appello al ministro degli Interni Roberto Maroni perché garantisca la sicurezza del suo giornalista. A occuparsi della sicurezza di Nello Rega anche Mauro Masi, direttore generale della Rai: ieri nel pomeriggio ha telefonato per questo al direttore di Televideo. Si sono associati alla richiesta di protezione di Nello Rega anche il senatore del Pd Vincenzo Vita, quello dell' Idv Felice Belisario e il deputato Beppe Giulietti, ma anche il governatore della Basilicata Vito de Filippo. Ha detto de Filippo: «Esprimo completa solidarietà a Nello Rega, ma al tempo stesso ritengo giusto sollecitare l' intervento e l' impegno di chi ha il dovere di garantire la sicurezza dei cittadini». Nel pomeriggio il comitato provinciale per l' ordine e la sicurezza di Potenza ha deciso di aumentare le misure di protezione nei confronti del giornalista. Sembra gli sia stata affidata una scorta con un agente e un' auto. «I fatti gravi nei confronti di Rega sono due», aveva detto Carlo Verna, il segretario dell' Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. E spiegato: «Prima di tutto l' attentato in sé, ma è altrettanto grave l' inerzia di chi, da tempo, dovrebbe tutelare il collega».
ROMA - Nello Rega era solo in macchina la notte della Befana. Tornava da una serata con amici, nel Materano. Non si può certo dire che ci sia un gran via vai la notte sulla statale Basentana. L' auto che ha speronato Nello Rega, inviato di Televideo Rai, ha potuto fare le sue manovre senza essere vista da nessuno. Erano a pochi chilometri da Potenza. Il proiettile è partito subito dopo: un colpo. È andato a sbattere sui vetri posteriori della macchina di Nello Rega, perché il giornalista ha spinto il pedale dell' acceleratore in una fuga disperata. È andata. Nello Rega è arrivato sano e salvo a una stazione dei carabinieri. «Ma chi ha sottovalutato il pericolo che correvo ora deve fare un esame di coscienza», dice ora il giornalista, assai preoccupato. Non è la prima disavventura che gli capita. Tutto comincia nel settembre del 2009, quando arriva in libreria il suo libro «Diversi e divisi», un testo che parla della convivenza tra islamici e cristiani attraverso il racconto della storia d' amore durata tre anni con una donna sciita, Amira. «Subito prima della presentazione del libro ricevetti a casa una busta con dentro due proiettili», racconta Nello Rega, segnalando che questo è stata la prima di una lunga serie di minacce che non lo hanno mai più abbandonato. Una serie macabra di avvertimenti sulla quale Nello Rega non ha alcun dubbio. «Sono tutte quante opera di Hezbollah. Me l' hanno giurata per quello che ho scritto e sostengo nel mio libro». Una serie macabra di avvertimenti che hanno fatto alzare il livello della paura e hanno fatto chiedere da più parti una scorta per Nello Rega.
Le lettere 1 La busta con i proiettili Nel 2009 Rega trova una busta sul parabrezza dell' auto, a Roma: dentro, due proiettili e un foglio scritto al computer. «Nello Rega sei morto questi sono per te e subbito (sic) lo facciamo... Allah e Hezbollah hanno deciso di farti morire» 2 La seconda missiva a Potenza Una seconda busta viene invece recapitata a casa della madre del giornalista, a Potenza: due proiettili, altre minacce, la fotocopia della copertina del libro. Il giornalista ha anche trovato una propria foto infilata sotto la porta di casa, con la scritta «morirai». (Fonte: http://www.corriere.it/ , 8/1)
Primo fra tutti Vannino Chiti, vice presidente del Senato del Pd: «I colpi di pistola contro l' auto di Nello Rega sono una minaccia seria e concreta a un uomo da tempo impegnato sul fronte del dialogo interreligioso». Antonio Bagnardi, direttore di Televideo Rai, ha lanciato invece un appello al ministro degli Interni Roberto Maroni perché garantisca la sicurezza del suo giornalista. A occuparsi della sicurezza di Nello Rega anche Mauro Masi, direttore generale della Rai: ieri nel pomeriggio ha telefonato per questo al direttore di Televideo. Si sono associati alla richiesta di protezione di Nello Rega anche il senatore del Pd Vincenzo Vita, quello dell' Idv Felice Belisario e il deputato Beppe Giulietti, ma anche il governatore della Basilicata Vito de Filippo. Ha detto de Filippo: «Esprimo completa solidarietà a Nello Rega, ma al tempo stesso ritengo giusto sollecitare l' intervento e l' impegno di chi ha il dovere di garantire la sicurezza dei cittadini». Nel pomeriggio il comitato provinciale per l' ordine e la sicurezza di Potenza ha deciso di aumentare le misure di protezione nei confronti del giornalista. Sembra gli sia stata affidata una scorta con un agente e un' auto. «I fatti gravi nei confronti di Rega sono due», aveva detto Carlo Verna, il segretario dell' Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai. E spiegato: «Prima di tutto l' attentato in sé, ma è altrettanto grave l' inerzia di chi, da tempo, dovrebbe tutelare il collega».
5 commenti:
Non si fanno scrupolo di intimidire chi non soggiace ai loro ricatti edesso che sono quattro gatti spelacchiati.
Ma i tarati mentali della nostra politica, sono convinti che diventeranno mansueti appena diventeranno molti milioni.
Concordo, Alex. Benvenuto.
se li trattassimo come loro si aspettano, scapperebbero a casa loro in dar-islam e si chiuderebbero dentro nel gabinetto per la fifa...
primo capo
Stavolta un uomo vittima di una donna diventata integralista islamica legatasi a un gruppo terrorista.
Thiis is awesome
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