venerdì 10 dicembre 2010

YARA GAMBIRASIO: LA SOLIDARIETA' DEGLI IMMIGRATI: "POTREBBE ESSERE NOSTRA FIGLIA"


Proseguono le ricerche per Yara Gambirasio, scomparsa nel nulla il 26 novembre. Un gruppo di immigrati ha inviato alla famiglia Gambirasio una lettera di solidarietà, “Potrebbe essere nostra figlia”, si legge.
Giunti dal Veneto e dalla Lombardia, sottolineano che Brembate di Sopra, il comune di Bergamo dove la ragazza viveva con la famiglia, non si è mai mostrato razzista, contrariamente all’ira provocata dall’arresto, poi rivelatosi senza presupposti, di Mohamed Fikri, ventunenne marocchino.
Qui, parte della lettera che la famiglia Gambirasio ha accettato di ricevere:

Siamo un gruppo di immigrati di varie nazionalità, che hanno scelto l'Italia come loro seconda patria e proprio per questo ci sentiamo parte della comunità italiana e non possiamo restare indifferenti davanti a tutto ciò che in questa Patria adottiva accade.
In questo giorno speciale per gli italiani e i cristiani, giorno nel quale si ricorda e si celebra una grande Madre, la Madonna in uno dei momenti più dolci della sua vita, noi sentiamo che Yara è anche un po' nostra figlia e voi siete parte della nostra famiglia, del nostro cuore e dei nostri pensieri quotidiani e non possiamo restare indifferenti davanti a quello che è certamente per voi fonte di profonda angoscia, e di una sofferenza che non vorremmo mai dover provare e non auguriamo a nessun uomo di dover far fronte a una prova così devastante e dolorosa.
Noi oggi siamo partiti da Padova in rappresentanza della comunità di immigrati veneti e lombardi, per testimoniare la nostra vicinanza al vostro dolore e alla vostra angoscia, ma anche la nostra speranza, che ancora non vuole cedere davanti a quella che è una delle peggiori disgrazie che possa accadere a una madre, a un padre, a una famiglia e a tutta la comunità umana: la perdita di un suo membro.
Ci e vi auguriamo che possiate trovare la forza di andare avanti, mantenendo viva la speranza che Yara possa tornare e che tutto si concluda con quello che è il giusto percorso di una vita che è così bella e giovane come quella di Yara: il ritorno in mezzo a noi e tutti fin da ora ci stringiamo in un grande abbraccio che vuole significare solidarietà, affetto e stima, perché ci avete mostrato il volto raro e prezioso di una famiglia italiana: la dignità. (Fonte: http://www.newnotizie.it/ , 8/12)

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Scusatemi la considerazione: Ma sono sicurissimo che se il marocchino era italiano stava ancora in prigione.
Invece, la paura di apparire razzisti, e la parola di quattro marocchini che hanno garantito per lui, lo hanno fatto uscire e diventare uccel di bosco.

Anonimo ha detto...

Forse. Però è anche vero che, se fosse stato italiano, non ci sarebbe stato quell'errore di traduzione che l'ha fatto finire in galera. Se è innocente, ovviamente non è giusto che paghi.

Stefano. ha detto...

Errore di traduzione? Tre italiani hanno dato un identica traduzione. Quattro marochini un altra.

Alessandra ha detto...

Non sapevo questi particolari, Stefano. Comunque c'è anche la testimonianza del datore di lavoro, italiano, del giovane marocchino, il quale ha dichiarato che: "el momento in cui Yara è scomparsa Mohammed Fikri era con me in cantiere".
Il senso del post,in ogni caso,non era tanto sottolineare un errore giudiziario nei confronti dell'extracomunitario, ma la solidarietà di altri immigrati con la famiglia di Yara. Non penso proprio che ci sarebbe stata,
se non fosse stato tirato in ballo un immigrato nella scomparsa della ragazza, tuttavia c'è stata.