Storia della studentessa modello che dopo centinaia di sermoni ascoltati su You Tube ha cercato di assassinare un parlamentare laburista in maggio.
Arrestata e condannata al carcere a vita per aver cercato di ammazzare a colpi di coltello il parlamentare laburista Stephen Timms, la studentessa Roshonara Choudhry, ventuno anni, un curriculum scolastico di altissimo livello, iscritta al King's College di Londra, ha spiegato alla polizia che è stato You Tube a spingerla verso il tentato omicidio.
Un lavaggio del cervello durato centinaia di ore. Giorni, settimane, mesi, passati ad ascoltare i sermoni del predicatore radicale saudita Anwar al Awlaki, uno degli ispiratori di Al Qaeda nello Yemen accusato in queste ore di essere l'ideatore del fallito "complotto dell'inchiostro", il piano per far saltare in aria due cargo diretti a Chicago utilizzando dell'esplosivo nascosto nella cartuccia del toner di due stampanti trasformate in bombe. La colpa di Timms? "Ha votato a favore dell'intervento militare in Iraq", dirà la studentessa.
L'interrogatorio di Roshonara Choudhry pubblicato dal Guardian è uno straordinario e in qualche modo sconvolgente viaggio nella testa di una ragazazza estremamente dotata decisa a diventare una martire. "So che ho rovinato la mia vita, ma ne valeva la pena. Penso che il mio gesto abbia un valore per i milioni di iracheni che stanno soffrendo a causa della guerra". Che cosa ha cambiato la sua coscienza?
Roshonara, che da qualche mese ha scoperto casualmente le prediche di Anwar al Awlaki sul web ma che non è mai entrata in contatto con organizzazioni radicali, il 27 aprile decide di abbandonare il College, colpevole tra l'altro secondo lei di avere assegnato un premio a Shimon Peres. Taglia i ponti con i compagni, si isola e lentamente si forma l'idea di dovere agire. Il messaggio che arriva da internet è chiarissimo. Martellante. Ineludibile. Non si confronta con nessuno, non ha mediazioni. Agisce da sola. Il 14 maggio, velata, aspetta Timms nel suo collegio a est di Londra e lo colpisce due volte. Non riesce a finirlo perché fermata da una guardia del corpo del parlamentare. Quattro ore più tardi è seduta in ufficio della polizia. Ed è lì che racconta.
"Negli ultimi mesi ho imparato molto sull'Islam. Ho ascoltato le prediche di Anwar al Awlaki. Parlava della jihad".
Un lavaggio del cervello durato centinaia di ore. Giorni, settimane, mesi, passati ad ascoltare i sermoni del predicatore radicale saudita Anwar al Awlaki, uno degli ispiratori di Al Qaeda nello Yemen accusato in queste ore di essere l'ideatore del fallito "complotto dell'inchiostro", il piano per far saltare in aria due cargo diretti a Chicago utilizzando dell'esplosivo nascosto nella cartuccia del toner di due stampanti trasformate in bombe. La colpa di Timms? "Ha votato a favore dell'intervento militare in Iraq", dirà la studentessa.
L'interrogatorio di Roshonara Choudhry pubblicato dal Guardian è uno straordinario e in qualche modo sconvolgente viaggio nella testa di una ragazazza estremamente dotata decisa a diventare una martire. "So che ho rovinato la mia vita, ma ne valeva la pena. Penso che il mio gesto abbia un valore per i milioni di iracheni che stanno soffrendo a causa della guerra". Che cosa ha cambiato la sua coscienza?
Roshonara, che da qualche mese ha scoperto casualmente le prediche di Anwar al Awlaki sul web ma che non è mai entrata in contatto con organizzazioni radicali, il 27 aprile decide di abbandonare il College, colpevole tra l'altro secondo lei di avere assegnato un premio a Shimon Peres. Taglia i ponti con i compagni, si isola e lentamente si forma l'idea di dovere agire. Il messaggio che arriva da internet è chiarissimo. Martellante. Ineludibile. Non si confronta con nessuno, non ha mediazioni. Agisce da sola. Il 14 maggio, velata, aspetta Timms nel suo collegio a est di Londra e lo colpisce due volte. Non riesce a finirlo perché fermata da una guardia del corpo del parlamentare. Quattro ore più tardi è seduta in ufficio della polizia. Ed è lì che racconta.
"Negli ultimi mesi ho imparato molto sull'Islam. Ho ascoltato le prediche di Anwar al Awlaki. Parlava della jihad".
E' per questo che hai agito?
"Sì. Ho pensato che fosse un fatto di lealtà nei confronti dei fratelli e delle sorelle in Palestina. Ho pensato di lasciare il College. E ora credo semplicemente di avere fatto quello che dovevo fare. Non possiamo rimanere seduti a guardare mentre i nostri fratelli e le nostre sorelle stanno soffrendo. Sapevo che per il gesto che ho fatto sarei stata uccisa o arrestata. Ero consapevole che non sarei tornata a casa". Nella sua testa ribalzava una parola sola: combattere. Ora il computer è spento. E anche la sua possibilità di vivere nel mondo. (Fonte: http://www.lastampa.it/ , 4/11)
A proposito del velo:
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/11/26/visualizza_new.html_1677120557.html
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