sabato 4 dicembre 2010

ISLAM BOLOGNA. IL CONSIGLIO DEGLI STRANIERI: LE DONNE NON SI COPRANO IL VOLTO

Indossare il velo deve essere una libera scelta.

Il Consiglio provinciale degli stranieri di Bologna "invita le cittadine straniere ed italiane di fede islamica a non indossare indumenti che ostacolano la loro identificazione".
E' uno dei passaggi contenuto nell'ordine del giorno che il 'parlamentino' istituito a Palazzo Malvezzi ha approvato ieri (con tre voti contrari e tre astensioni), affrontando cosi' l'impegnativo nodo rappresentato dall'uso di burqa, niqab e khimar (in particolare nella provincia di Bologna, si legge nel documento, "pochissime" donne portano il primo velo, "qualcuna" il secondo e "molte" l'ultimo tipo, che lascia scoperto il viso).
Nel testo, presentato dal presidente del Consiglio, Bouchaib Khaline, si spiega che i tre indumenti "non sono obbligatori per le donne che professano l'Islam" e che "la sopraffazione sulla donna ed il maschilismo non sono dettati islamici", precisando poi che il burqa e' "un abito tradizionale afghano e non ha a che vedere con la religione". Detto questo, nell'odg si rileva che "la copertura del volto comporta problemi di identificazione della persona e provoca sensazioni di paura nelle persone", con un ampio richiamo alla legge del 1975 che in materia di ordine pubblico vieta di rendere difficoltoso il proprio riconoscimento in pubblico senza un giustificato motivo. Il Consiglio, dunque, ritiene che "dovrebbe essere consentito l'uso di qualunque indumento religioso purche' liberamente scelto e portato lasciando il volto scoperto", invitando le istituzioni a vigilare sul fatto che indossare uno dei tre veli "sia una scelta presa autonomamente dalla donna".
Nell'odg, quindi, si chiede alla Camera di "portare a termine l'iter di discussione delle proposte di legge sul tema evitando di ricorrere a sanzioni penali mantenendo quelle amministrative" e di esprimersi sull'applicabilita' della legge del 1975, in seguito ad alcune sentenze che inseriscono il velo integrale come "pratica devozionale" nella possibilita' del "giustificato motivo". Al Parlamento, in sostanza, si chiede di "rendere la legge piu' applicabile per tutti i cittadini, introducendo modifiche necessarie per chiarirne la bonta' senza riferimento alla religione islamica". Proseguendo, alla Provincia di Bologna il Consiglio degli stranieri chiede di impegnarsi sul terreno dell'accoglienza, di respingere "tutte le iniziative demagogiche e strumentali" e allo stesso tempo di "pronunciarsi contro chi, attraverso la religione, vuole sopraffare le donne imponendo un certo modello di vita contrario ai principi costituzionali dell'Italia".
Infine, il 'parlamentino' degli stranieri invita "le cittadine straniere ed italiane di fede islamica a non indossare indumenti che ostacolano la loro identificazione" e le istituzioni locali "ad evitare ordinanze comunali in tal senso", aspettando il chiarimento della legge del 1975. L'ultimo invito e' rivolto a tutte le forze politiche, alle quali si chiede di "abbassare i toni su questi temi, per evitare ulteriori conflitti sociali che si aggiungono ad altri gia' esistenti a causa della crisi e ad evitare di confondere la religione con la cittadinanza".
L'approvazione del documento, pero', al contrario di come spesso avviene nel Consiglio degli stranieri non e' stata unanime: a fronte di 15 voti favorevoli, infatti, si sono registrate anche tre astensioni ed i voti contrari di Hamidi Mohammed Arezki, Zulfiqar Khan e Luzviminda Cucio. Si e' approvato un odg "svuotato di senso", dichiara Arezki, perche' la questione "e' ridotta ad un problema di indumenti" e non da' sufficientemente peso ai diritti ed alla dignita' della donna: "Ci mette contro le rivendicazioni delle associazioni delle donne", sottolinea il consigliere. "L'Islam non obbliga nessuno a fare qualcosa" e nel Corano "non c'e' scritto di coprire il volto", rimarca Khan, aggiungendo che "neanche un terrorista su 1.000 ha usato burqa e niqab" per compiere un attentato.
Dell'approvazione dell'ordine del giorno, in ogni caso, e' "molto soddisfatto" il presidente Khaline: "Questo non e' un consiglio episcopale sull'Islam - replica ai colleghi non convinti - e' un Consiglio provinciale che esprime la propria opinione", mettendo in primo piano l'aspetto dell'ordine pubblico. Khaline, a questo punto, intende discutere del tema con il Consiglio provinciale di Bologna "e magari arrivare ad un ordine del giorno comune". (Fonte: http://www.oggibologna.it/ )

Il pezzo è di qualche giorno fa... .

9 commenti:

Mini ha detto...

mi sembra una cosa sensata e doverosa permettere alla gente di riconoscere chi si ha di fronte..

ilMaLe ha detto...

Azione sacrosanta

Anonimo ha detto...

Questa mi pare la strada giusta: i musulmani stessi devono sfatare la leggenda delle motivazioni religiose e devono indurre nei propri fedeli l' idea che la donna qui ha pari diritti e pari doveri. Ciao, Alessandra!
Grandmere

barbara ha detto...

"la sopraffazione sulla donna ed il maschilismo non sono dettati islamici"

Finché avremo a che fare con gente che spara di queste balle colossali, abbiamo davvero poco da essere ottimisti.

nino p. ha detto...

qui la libertà di religione non c'entra nulla! Qui è soltanto una questione di applicazione della legge! Se io indosso un passamontagna oppure mi calo un cappellino sugli occhi e mi alzo una sciarpa fin sopra il naso, le forze dell'ordine mi fermano chiedendomi i documenti e si accertano della mia identità. Posso essere denunciato per questo.Le leggi Italiane sono queste e l'Italia è(o dovrebbe essere) uno stato laico. Chi sceglie di viverci deve adattarsi a seguirne le leggi!

Alessandra ha detto...

Continuiamo a guardare il comportamento delle persone. Se uno è musulmano, o per fede o perchè gliel'hanno inculcato, credo che difficilmente ammetterà che la sopraffazione della donna e il maschilismo sono dettami islamici. L'importante è che siano coerenti e non sostengano la sopaffazione della donna e il maschilismo. Nessuno si dovrebbe permettere di dire se sono o meno "veri musulmani".

Nino, benvenuto. E' vero, la libertà religiosa non c'entra, ma c'entra la sottomissione della donna. Uno purtroppo può considerare carta straccia la legge del paese ospitante, ma non la dignità della persona.

barbara ha detto...

No, Alessandra, finché continueranno a dire che la sopraffazione della donna e tutto il resto non sono dettati islamici, finché continueranno a mentire, finché continueranno a buttarci fumo negli occhi, continueranno a fare il gioco dei peggiori estremisti. L'ho già detto e lo ripeto: questa gente è molto più pericolosa degli estremisti aperti e dichiarati, perché nasconde il veleno e riesce a colpire molto più a fondo.

Alessandra ha detto...

Che bisogna essere sempre cauti, senz'altro... .

barbara ha detto...

soprattutto con chi mente spudoratamente...