venerdì 10 dicembre 2010

CUFFIA ISLAMICA NELL'ORA DI MUSICA

La figlia va a scuola con la cuffia nelle orecchie perché il padre non vuole che ascolti la lezione di musica: «roba da infedeli». Succede alla scuola media di Reggello.

REGGELLO (FIRENZE) — Da oltre un anno, una quindicenne segue le lezioni di musica con i tappi alle orecchie. Così ha voluto suo padre, Omar, marocchino di fede islamica che considera la musica impura, una «roba da infedeli». Succede alla scuola media statale di Reggello, dove il padre della ragazzina e gli insegnanti hanno escogitato questa originale strategia per permetterle di rimanere in classe durante le lezioni di educazione musicale. E così, mentre i suoi compagni di terza media suonano, cantano o solfeggiano, lei si estranea con un paio di cuffie isolanti. Osserva i compagni col flauto, ma non li sente. Vede muovere le loro dita, ma è totalmente sorda ai suoni che emettono gli strumenti. E invece che esercitarsi con la pratica, studia la teoria musicale su un libro. Accade tutte le settimane, non appena la campanella annuncia la lezione di musica. Ormai il meccanismo è collaudato, ma fino all’anno scorso, tra la famiglia marocchina e la dirigenza scolastica erano scintille. Quando c’erano le esercitazioni musicali, la ragazza non andava a scuola, spesso perdendo intere giornate di lezione. E a causa delle troppe assenze, la studentessa venne bocciata. La preside segnalò il caso al sindaco e ai carabinieri.
Partì una denuncia e si aprì un processo, tutt’ora in corso, nei confronti del padre, colpevole per aver costretto la figlia a rinunciare, almeno in parte, alla scuola dell’obbligo. Nonostante la denuncia, i genitori furono irremovibili: «Niente musica per nostra figlia. Altrimenti, niente scuola». Così si arrivò alla soluzione concordata, quella attuale. Un lieto fine, almeno per genitori e insegnanti, ma chissà se è così anche per la ragazza. Su questo il padre non ha dubbi: «Mia figlia è felice di seguire le regole del Corano. La nostra religione ci obbliga a non studiare la musica, è scritto nei testi sacri. Non mi sento un fanatico, ma un fedele alle credenze musulmane. Credo di essere il primo in Italia ad aver sollevato questo problema, ma sono contento e lo rifarei». Il protagonista della vicenda, Omar R. è uno dei rappresentanti della comunità islamica di Reggello. Il caso da lui sollevato ha suscitato critiche e perplessità in tutto il paese. «Rispettiamo le tradizioni religiose di tutti i nostri cittadini — ha commentato il vicesindaco e assessore all’istruzione Cristiano Benucci— ma ritengo che si debba fare tutto il possibile affinché ogni materia scolastica venga insegnata agli studenti. Tra queste, anche la musica, che a Reggello ha una grande tradizione storica e dovrebbe essere appresa da tutti i bambini. È difficile capire le motivazioni che spingono un genitore a negare l’ascolto della musica alla propria figlia». Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore alle politiche sociali Daniele Bruschetini: «La nostra scuola accoglie tutti, ma gli islamici dovrebbero adeguarsi alla cultura del Paese che li ospita».
Più moderata la preside dell’istituto scolastico, Vilma Natali: «È stata trovata una soluzione condivisa, che accontenta sia gli insegnanti che i genitori. La vicenda non va enfatizzata». In ogni caso, precisa la dirigente scolastica, «credo che la ragazzina, attraverso questo metodo educativo, non otterrà grandi risultati». Scelta comprensibile, invece, secondo l’imam di Firenze Izzedin Elzir (UCOII, ndr) : «Il mondo islamico interpreta la musica in due modi. Può essere qualcosa di illecito e immorale, oppure uno strumento artistico positivo». Elzir, pur condividendo quest’ultima interpretazione, ritiene che «tutto deve essere correlato alla scelta educativa della singola famiglia». Inoltre, aggiunge l’imam, «è necessario lavorare alla coesione della nostra società rispettando le credenze di ognuno ed evitando di creare allarmismi mediatici».
Francesco Rutelli, con una interrogazione urgente al ministro Gelmini, chiede un intervento immediato sul caso. «Tali restrizioni - argomenta Rutelli - avrebbero portato la giovane, di famiglia musulmana, a doversi assentare dalla scuola, e poi addirittura a dover presenziare alle lezioni di musica con le orecchie tappate con una cuffia isolante, a causa di un’interpretazione demenziale del genitore, secondo cui l’ascolto della musica sarebbe illecito, o addirittura immorale. Se tali fatti venissero confermati - prosegue il leader di Alleanza per l’Italia - ci troveremmo di fronte a un caso di palese violazione della nostra Costituzione, e dei diritti umani fondamentali di questa giovane studentessa; a una equivoca interpretazione dei principi di tolleranza e dei valori di accoglienza; a una rinuncia intollerabile dei doveri di educazione che spettano alla scuola italiana». «Il pluralismo è a fondamento della cultura italiana, e in nessun modo lo si può intendere come divieto ad accedere alla cultura, o alla musica, o alle arti» osserva Rutelli che nella sua interrogazione chiede al ministro Gelmini «quali provvedimenti intenda assumere per porre fine a tale situazione di fondamentalismo anti-educativo, incompatibile con la democrazia» e «quali misure intenda prendere rispetto alla prolungata accettazione da parte delle strutture scolastiche territoriali di una simile paradossale, incivile e illecita situazione». (Fonte: http://www.corrierefiorentino.corriere.it/ , 9/12)

9 commenti:

barbara ha detto...

Se gli insegnanti si sono resi complici di questa infamia, andrebbero espulsi all'istante. Quanto al ricatto "o così o niente scuola", la questione è molto semplice: la frequenza della scuola è obbligatoria per legge, quindi o la mandi a scuola o ti si sbatte in galera. Tertium non datur. Ma siccome ci siamo venduti il culo all'islam, il tertium se lo inventano, e chissenefrega se viola la legge.

Mini ha detto...

l'interpretazione radicale della religione crea una forma di chiusura mentale molto limitativa, e comune a molte religioni.
ovviamente, la cultura europea, cristiana, non scredita le materie scolastiche, non ho ancora capito cosa ci può essere di "illecito" o "Immorale" nella musica, una cosa che può avvicinare molto anche a Dio.
Ovviamente, rispettosamente parlando, la maggioranza di queste persone immigrate credo abbiano studiato in scuole- coraniche molto rigide(come le nostre scuola private di suore)che non gli ha fatto il grande dono di "apertura" mentale e "disponibilità" ad apprendere altre culture e altre idee che superino le imposizioni religiose.

Goyim\a da uccidere ha detto...

BARBARA, sto aspettando ancora la tua risposta. Io da non ebrea e goyima, è vero che sono una puttana? SI o NO?


Donne nonebree sono impure e vanno considerate le prostitute.
(Talmud, Aloda Kara 366)

Tutte le donne nonebree sono le prostitute
(Talmud , Even hekor)

barbara ha detto...

Mini: quello che dici è vero solo in parte. Gli ebrei ultraortodossi per esempio alcune limitazioni le hanno, però i loro figli studiano nelle loro scuole, non li mandano in quelle pubbliche per poi dire questo non lo può fare e quest'altro neanche. Quanto agli istituti religiosi cattolici, quello che cambia rispetto alle scuole pubbliche è la visione che viene data, ma non i programmi.

Alessandra ha detto...

Goym/a, o ti attieni all'argomento dei post o i tuoi prossimi commenti verranno cancellati.

ilMaLe ha detto...

La scuola pubblica deve restare LAICA! I poi le scuole religiose, a livello di obbligo, le cancellerei. Questo signore islamico non ha capito nulla del concetto di scuola pubblica in Italia. Sarebbe il caso di insistere con i servizi sociali in queste circostanze.

Alessandra ha detto...

Non sono non ha capito nulla del concetto di scuola pubblica in Italia, ma non gliene frega un peccaminosissimo piffero!!!

barbara ha detto...

Non è lui che non ha capito niente: è la scuola ad avere tradito la sua funzione e violato la legge! Scusate, ma se uno scolaro pretende di fare la cacca nel lavandino della classe e io glielo lascio fare, voi chi è che prendereste a schiaffoni, lui o me? Là sono da sospendere tutti senza stipendio e mettere sotto processo, dagli insegnanti alla preside a chiunque abbia avuto mano in questa oscenità.

Alessandra ha detto...

Hai perfettamente ragione, Barbara. Il Male ha parlato del padre, perciò sono stata al suo commento, rincarando la dose.