“L’ergastolo non è sufficiente”. Sono state queste le prime parole di Massimo De Biasio alla lettura della sentenza del Gup di Pordenone che ieri ha condannato al carcere a vita il padre di Sanaa Dafani per l’assassinio della figlia, decapitata il 15 settembre 2009 ad Azzano Decimo, Pordenone. L’immigrato marocchino era accusato di omicidio volontario aggravato da vincoli di parentela e di lesioni gravi ai danni di Massimo, il fidanzato di Sanaa, che in ogni modo tentò di opporsi a quell’esecuzione. Un assassinio compiuto con un grosso coltello da cucina che l’uomo, El Kataoui Dafani, aveva acquistato poco prima del delitto. Motivo: punire la figlia per il suo stile di vita “troppo occidentale” e per la colpa di amare un ragazzo italiano.
Tra le parti civili, oltre a De Biasio, la Provincia di Pordenone e la Regione Friuli Venezia Giulia, c’era anche l’Associazione delle donne marocchine in Italia.
“Questa sentenza dimostra a quegli immigrati che credono ancora che nel nostro Paese si possa fare tutto che così non è – spiega a Panorama.it la presidente, e parlamentare del Pdl, Souad Sbai – un atteggiamento che prova il fallimento del processo d’integrazione della prima generazione”.
Lei crede che questa sentenza possa davvero servire a frenare gli atti di violenza sulle donne musulmane da parte dei loro familiari?
Serve ma è una goccia nel mare. Ancora di più servirebbe liberare queste donne dall’analfabetismo e dalla segregazione. A Pordenone, durante il processo, guardandomi intorno mi è preso un colpo: non c’era una donna musulmana in giro. Eppure c’è una comunità molto importante di maghrebini. Ma le donne non escono, non lavorano, non partecipano a nessuna attività della vita sociale. Sono terrorizzate
Ci si accorge di loro solo quando vengono ammazzate…
Il problema è proprio questo e ce l’ho, in particolare, con quelle italiane che si svegliano solo quando le cose sono grosse, che si sentono ancora femministe e si offendono se le rimprovero questa indifferenza. Nessuno chiede loro di fare le carabiniere, come hanno scritto, semplicemente vorrei che non smettessero di fare le battaglie raccontando come stanno davvero le cose.
Cosa pensa delle parole del fidanzato di Sanaa che dopo la sentenza ha detto che l’ergastolo non è sufficiente?
Io lo capisco. L’ho incontrato e ho visto un ragazzo distrutto dentro. Io avrei detto la stessa cosa. E’ stato massacrato anche lui con delle coltellate. Ancora non riesce ad uscire da questo dramma
In Marocco cosa pensa la gente di questa storia?
In Marocco e in tutto il mondo, la gente pensa le stesse cose che ha detto Massimo. Già a settembre, quando avvenne il fatto, i marocchini rimasero scandalizzati. E’ normale che qualsiasi essere umano provi questo sentimento di fronte a una ragazza decapitata, massacrata, solo perché vuole vivere all’occidentale con il suo ragazzo, come d’altra parte vivono i suoi coetanei in Marocco.
Cosa dicono esattamente del padre di Sanaa?
Dicono: datecelo a noi
SOUAD SBAI, "COMBATTO IL SILENZIO ASSORDANTE SULL'INTEGRALISMO":
http://www.ladiscussione.com/archivio/n133_160610.pdf .
mercoledì 16 giugno 2010
SOUAD SBAI: VI RACCONTO LA RABBIA DEI MAROCCHINI CONTRO IL PADRE DI SANAA
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5 commenti:
Ciao Ale, ho letto questo articolo ed ho colto delle contraddizioni, se i marocchini provano rabbia verso il padre di sanaa,perchè allora segregano le donne in casa fino a terrorizzarle
A Pordenone, durante il processo, guardandomi intorno mi è preso un colpo: non c’era una donna musulmana in giro. Eppure c’è una comunità molto importante di maghrebini. Ma le donne non escono, non lavorano, non partecipano a nessuna attività della vita sociale. Sono terrorizzate
Ci si accorge di loro solo quando vengono ammazzate…
Inoltre si tende a sbandierare una occidentalizzazione in Marocco che in realtà esiste solo in minima parte.
solo perché vuole vivere all’occidentale con il suo ragazzo, come d’altra parte vivono i suoi coetanei in Marocco.
ciao inca
Ciao Inca. Certamente non TUTTI i marocchini (e tanto meno musulmani) provano rabbia contro il padre di Sanaa.
Quanto all'occidentalizzazione, sono stata in Marocco l'estate scorsa e, nella mia unica e prettamente turistica settimana, non ho visto tutta questa occidentalizzazione, anche se ad esempio ho visto più donne vestite all'occidentale rispetto alla Giordania. Penso dipenda dalle zone. Non è comunque vero che paradossalmente le donne marocchine oggi sono più libere in Marocco, che qui? Chiedo, perchè di fatto non lo so, se non tramite le testimonianze proprio di Souad Sbai, Dounia Ettaib e da un'intervista della femminista Fouzia Assouli.
Dipende da che tipo di donne, molte diciamo "occidentalizzate" nelle città praticano la prostituzione e vengono lasciate libere dalle famiglie proprio per garantire il mantenimento delle stesse.
Il Marocco è un paese rurale, la popolazione è distribuita quasi 50 a 50 (tra campagne e zone urbane) e l'avvio verso la modernità ha due marce,una piu' veloce che riguarda le città e l'altra molto lenta che comprende le zone rurali.
Quello che ho notato è che vorrebbero aprirsi e occidentalizzarsi ma non riescono perchè si scontrano con i tabu', le tradizioni e la religione. ciao
inca
Se non ti dispiace lo riprendo e lo posto anche sul mio blog
Certo, iInca, il fatto delle due marce è verissimo. Tra l'altro lo diceva anche un video che ho postato di recente sulle donne marocchine.
Liberamentelei: certo, prendi pure. Verrò anche a farti visita.
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