domenica 6 giugno 2010

LIBANO: SPOPOLA LA CANZONE MASCHILISTA, DONNE IN PIAZZA PER PROTESTARE

PER ISKANDAR ALLE RAGAZZE BASTA REGNARE NEL CUORE DEL LORO UOMO E STARE AI FORNELLI.

Beirut, 6 maggio 2010 – «Il tuo mestiere è stare nel mio cuore, è sufficiente che tu sia la presidentessa della Repubblica del mio cuore». È questo il testo della canzone che l’artista Mohammed Iskandar ha dedicato a sua moglie e che nelle ultime settimane ha scalato le classifiche dei brani più trasmessi alla radio in Libano. Ma se ‘Repubblica del mio cuore” ha conquistato l’apprezzamento degli uomini, non è piaciuta affatto all’altra metà della popolazione libanese e soprattutto agli ambienti femministi, scatenando un’ondata di proteste. A Beirut le donne sono scese in piazza munite di striscioni con slogan del tipo ‘Giornalista, medico, avvocato. La donna non è solo tua moglie”. Il titolare di un negozio di dischi a Hamraa Street, nel centro di Beirut, ha spiegato all’agenzia tedesca Dpa che sono i tassisti i principali acquirenti dell’album di Iskandar.
Le poche donne che ne hanno fatto richiesta, avrebbero spiegato di essere spinte dalla curiosità per questo cantante, che invita le signore a «tornare in cucina». La protesta non si è limitata al Paese dei Cedri. Un’organizzazione femminista siriana ha rivolto un appello nei giorni scorsi «a tutte le donne e a quegli uomini che hanno un rapporto normale con la propria mascolinità a inviare messaggi di protesta alle emittenti radiofoniche siriane che trasmettono questa canzone». «Non riesco a credere che qualcuno canti una canzone simile nella nostra epoca. Penso che tutte le donne nel mondo arabo dovrebbero sporgere denuncia contro di lui», ha dichiarato Randa Atiyeh, artista libanese di 47 anni. «Vi prego, qualcuno informi questo individuo che non viviamo più nel Medioevo», ha detto la studentessa Lara Daw, di 20 anni. Solo le donne giordane sembrano non condividere questo sentimento di indignazione per la canzone. Nel regno hashemita, che ha una società notoriamente più conservatrice, il tormentone è piaciuto agli ascoltatori di entrambi i sessi, tant’è che molte donne lo hanno scelto come suoneria per il cellulare. Il cantante Muhammad Iskandar sembra avvezzo alle provocazioni. Già in passato una sua canzone aveva suscitato un grande dibattito. «Sono io che ti proteggo, sono io che ti guardo… Non provare a rispondere al telefono se io non sono al tuo fianco», recitava il testo. (Aki)

Il testo della nuova canzone, invece, inizia con "ragazze, lasciate perdere l’università e il lavoro / la vostra occupazione è di amarmi / non avrete tempo per altre attività / siate il presidente della repubblica del mio cuore".

9 commenti:

petroniostefano ha detto...

In Libano convivono molte anime, vorrei sentire cosa ne pensano le donne musulmane di questo (perchè le donne citate presumibilmente dai nomi mi sembrano di origine maronita).
Dato per scontato che l'islam moderato sia mai esistito, al momento è sparito dalla scena culturale, quindi anche queste manifestazioni di costume non sono che parte di un'espressione del desiderio popolare più in voga al momento.

Alessandra ha detto...

Non so se Randa Atiyeh sia un nome maronita... . Inoltre purtroppo non credo che si possa dare per scontato che i cristiani siano immuni da certi aspetti tradizionali della propria cultura.

petroniostefano ha detto...

Beh, in genere la violenza sulle donne è praticamente trasversale tra le società, indipendentemente dalla confessione. Tuttavia ciò che volevo dire è che in Libano, dato il suo particolare assetto amministrativo e politico, tutto è confessionale ed anche i diritti sono visti sotto questo aspetto (basta pensare al discorso della cittadinanza nei matrimoni misti).
Ma quello che volevo sottolineare è che la canzonetta, che ricalca uno stereotipo abbastanza diffuso nel panorama arabo, piacerà ad alcuni e dispiacerà ad altri (o forse saranno indifferenti), ma se mantengo un taglio confessionale è abbastanza indicativo che le proteste sono state fatte in Libano e Siria e non in Giordania, non può essere un semplice caso.

Anonimo ha detto...

Egregio, Petronio.
per favore , mi po spiegare cosa intendi , per l'islam moderato ?? che secondo lei none mai esistito.
Poi, perché uno che vive pacificamente con tutto il mondo devi sempre essere etichettato per moderato , invece di confessare liberamente la sua fede.

El kotaichi Rachid

petroniostefano ha detto...

x Rachid. A mio parere non è mai esistito l'islam moderato perchè esiste l'islam è basta, senza aggettivi: esiste una rivelazione, esiste un testo sacro di riferimento, esistono dei precetti; è tutto chiaro, è tutto scritto. Poi esiste chi ci crede e chi non ci crede, che poi si traduce in chi segue e chi non segue. Quindi possono esistere sfumature nel credere e qui, nell'ambito personale, c'è chi è moderato e chi no: ciò non esiste un islam moderato ma esistono dei musulmani moderati.

fattina86 ha detto...

carissima alessandra...
ho appena deciso d seguire il tuo interessantissimo blog...
complimenti davvero!
le condizioni delle donne islmaiche sono sempre state al centro dei miei interessi tanto che ho deciso di elaborare la mia tesi di laurea su unafemminista islamica in particolare...
potreste aiutarmi in questa mia ricerca?

Alessandra ha detto...

Ma grazie, carissima!

La mia e-mail è alebo80@libero.it . Se posso, ti do volentieri una mano! :-)

Michiamomari, e ha detto...

ehi ciao Alessandra e a tutti; è da tanto che nn passavo di qui.. e mi piace questo post, scoprire che che le donne hanno reagito e si sono fatte sentire

dovunque succede è importante, e qui da noi.. da quanto nn succede più? ma che succeda in paesi arabi mi sembra un segnale che dà grande speranza.

Alessandra ha detto...

Bentornata, Mari! Da noi non succede più da tanto perchè non c'è più la necessità, mentre la protesta delle donne siriane è libanesi è davvero un segno di speranza, visto che questa canzone è sintomatica di un sentimento ancora diffuso nel mondo arabo e islamico e pericoloso quanto sappiamo.