mercoledì 24 marzo 2010

PAKISTAN, CRISTIANO ARSO VIVO, LA MOGLIE STUPRATA DAI POLIZIOTTI

Nella città pakistana di Rawalpindi, è morto nella notte l’uomo di religione cristiana - che lavorava come autista per una ricca famiglia - cui venerdì un gruppo di estremisti musulmani aveva dato fuoco perché aveva rifiutato di convertirsi all’islam: lo ha riferito il Pakistan Christian Post, giornale on-line affiliato a un partito cristiano locale (per accedere al sito, clicca qui).
Il 38enne Arshad Masih aveva subito ustioni sull’80% del corpo e, secondo i medici dell’ospedale Sacra Famiglia dove era ricoverato, aveva «poche probabilità» di sopravvivere. Sua moglie, Martha Bibi, aveva inoltre detto di essere stata stuprata da alcuni poliziotti della caserma dove era andata per denunciare il caso: la violenza sarebbe avvenuta davanti ai tre figli della coppia, che hanno un’età compresa fra i 7 e i 12 anni.
Secondo quanto ricostruito, dal 2005 la donna lavorava come domestica insieme con il marito al servizio di una benestante famiglia musulmana. Negli ultimi tempi, però, erano emersi dissapori a causa della loro fede cristiana e di un sospetto furto avvenuto nella casa. Masih aveva ricevuto pressioni da parte del suo datore di lavoro per abbracciare la religione musulmana, ma lui si sarebbe rifiutato.
Un altro grave episodio, reso noto dall’agenzia Fides, riguarda una ragazza bruciata anche lei per avere rifiutato di convertirsi all’Islam: la giovane Kiran George è morta lo scorso 10 marzo a causa delle ustioni riportate su tutto il corpo. Dopo essere stata costretta a prostituirsi, era rimasta incinta e aveva denunciato alla polizia la sua triste storia. Ma gli agenti non avevano registrato la sua denuncia e pochi giorni dopo un uomo l’ha cosparsa di benzina e le ha dato fuoco.
Negli ultimi tempi, in Pakistan si sono ripetuti gli atti di violenza contro la minoranza cristiana, che rappresenta appena l’1,6% della popolazione: ieri, le organizzazioni cristiane locali si sono mobilitate, chiedendo al governo della provincia del Punjab di punire i responsabili dell’omicidio e di avviare un’inchiesta sulla presunta violenza sessuale. (Fonte: http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/, 23/3)

4 commenti:

petroniostefano ha detto...

Da diverso tempo penso che i cristiani nei paesi a maggioranza islamica, dove sono una minoranza al di sotto del 5% (cioè in quaso tutti, tranne Libano, Siria, Egitto, alcuni stati della penisola arabica, fra un pò l'Iraq), dovrebbero migrare da quelle terre ed andare nei paesi dove non saranno perseguitati; il periodo che si prospetta loro è terribile; fanno bene i palestinesi cristiani oppure i caldei ad andarsene dalla persecuzione, così i loro frutti potranno germogliare dove c'è un terreno più fertile.
Andrebbero aiutati in tal senso.

Anonimo ha detto...

se non mi sbaglio, l'unione europea ha rigettato il progetto di accogliere i cristiani irakeni...
bisogna anche considerare i traditori e i complici degli assassini...
primo capo

petroniostefano ha detto...

x primocapo
beh, l'unione europea è sensibile per qualsiasi minoranza o credo ad eccezione di quella cristiana (ed in particolare per quella cattolica) e non mi stupiscono più certe posizioni (anche se mi fanno "ingastrire").
Nel dettaglio personale è chiaro che è difficile entrare, però nel principio generale bisogna capire che se una comunità (nel suo insieme) è minacciata nella sua esistenza fisica e tutti se ne disinteressano, deve trovare altre sistemazioni, come fecero le comunità albanesi qualche secolo addietro dopo la conquista turca.
Bisogna accettare che il periodo storico attuale che stiamo vivendo dice: i cristiani non sono accetti nei paesi islamici; da qui partire.

petroniostefano ha detto...

Per tornare alla notizia, riporto ciò che ha detto all'agenzia Fides padre John Shakir Nadeem, segretario della Commissione per le comunicazioni sociali della Conf. Episcopale del Pakistan:
"i cristiani soffrono e vedono la loro vita in pericolo ogni giorno. In alcune aree i credenti sono trattati come bestie, in condizioni di schiavitù, o sottoposti a vessazioni, violenze e conversioni forzate".