lunedì 8 marzo 2010

NAPOLI, LA MOGLIE DELL' IMAM: DONNE ISLAMICHE USCITE DA CASA E INTEGRATEVI"


NAPOLI (7 marzo) - «Il velo che noi donne islamiche dobbiamo togliere è quello del pregiudizio». A lanciare l’insolito appello è Broucra Charraki, una delle quattro donne che domani saranno premiate nel corso della terza edizione di «Napoli positiva», la manifestazione organizzata dall’associazione «No Comment» per dare visibilità a una cultura del fare», tutta al femminile. Broucra è la moglie dell’imam di San Marcellino, ha 35 anni e tre bambini, ed è marocchina. Anche lei indossa l’hidjab, il velo islamico. Anzi è fiera di portarlo. Per questo ha lanciato l’ appello alle musulmane che vivono a Napoli e in Campania. Un videomessaggio che verrà trasmesso domani, durante la manifestazione che si terrà alle 11, presso l’Istituto statale Don Milani a San Giovanni a Teduccio.«Non basta essere casalinga o mamma» dice, prima in italiano e poi in arabo, guardando dritto nella telecamera. «Dovete, dobbiamo uscire di casa, imparare l’italiano, conoscere la cultura di questo paese. Solo così potremo comprendere di più i nostri figli, che sono nati qui e sono parte integrante di questo mondo». E con queste parole, Broucra, nonostante quel suo copricapo nero, a cui non rinuncerebbe mai, riesce a sollevare un velo più sottile, insidioso e impalpabile: quello del pregiudizio, tessuto nel silenzio da migliaia di donne islamiche. «Io faccio tutto liberamente - spiega - e vorrei che anche altre donne musulmane si integrassero. Oggi sono come «invisibili» per scelta. Per paura di affrontare gli altri, perché non conoscono bene l’italiano o non sanno integrarsi. Preferiscono la strada più facile: rimanere chiuse in casa». Un otto marzo, particolare, dunque. Raccontato da «donna musulmana a donna musulmana» e condensato nel videomessaggio. Ed il premio diventa l’occasione per promuovere l’emancipazione e l’integrazione delle donne islamiche. Broucra Charraki si occupa della casa e della famiglia. Forse per questo è convinta che le donne immigrate debbano aprirsi di più al tessuto sociale in cui vivono. «Le arabe che vogliono migliorare la loro vita - afferma - possono contattarmi direttamente. La donna resta di più con i figli, ma per comprenderne i comportamenti e aiutarli, deve imparare la cultura italiana. Se non lo fa, c’è il rischio che possa fraintendere atteggiamenti che invece sono normali per un ragazzo cresciuto in Italia. Poi - dice - c’è il rischio che «nel tempo i bambini non riescano più a comunicare con le madri». Dunque «non basta che tu sia casalinga e mamma - dice rivolta alle donne nel videomessaggio - devi essere in gamba». Poi un commento sulla sua esperienza. «Il principale problema che ho incontrato in questi dieci anni è il pregiudizio delle persone, che reputano la donna islamica sottomessa al marito. Non è così. Ma noi non abbiamo fatto nulla per far capire chi siamo e che si sbagliano sul nostro conto. Quindi è pure colpa nostra». Anche le altre tre premiate di «Napoli positiva» sono immigrate: Halina Sokhstska, Svitlana Hryhorchuk e Bloom Madhusha. «Sono quattro testimonianze di confine - è la motivazione del premio - storie di donne coraggiose, quattro scelte estreme. La cultura multietnica avanza inarrestabile, e le donne restano il filo conduttore per ogni cambiamento sociale». (Fonte: http://www.ilmattino.it/ )

22 commenti:

Annamaria ha detto...

10 e lode...mi sembra se lo meriti, no?A
Ah, certo non tarderà il solito commento del tipo "però porta il hijab e nn lo toglie" oppure "chissà se poi è davvero convinta", ma queste sono sterili considerazioni. Fatti, sono i fatti quelli che contano. Con o senza hijab.

Alessandra ha detto...

Non so se siano sterili considerazioni, soprattutto il "chissà se è davvero convinta", ma tant'è. Ha capito inoltre che i pregiudizi sulle donne arabe e musulmane, sono da combattere, ma non nascono dal niente.
Vorrei ricordare anche Fatima, 40 anni, moglie dell'imam di Bologna, che poco tempo fa si è decisa, FINALMENTE, a denunciarlo dopo VENT'ANNI DI VIOLENZE:

http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=124&ID_articolo=858&ID_sezione=274&sezione

Mella ha detto...

E non solo porta l'hijab, ma ha un tale brulicame di bachi nel cervello che è anche convinta che sia una sua scelta! Voto: 0!

Annamaria ha detto...

CVD
Francamente nn so chi sia più senza speranza...

Alessandra ha detto...

Comunque una donna musulmana che voglia emanciparsi e integrarsi non dovrebbe certo andare dalla moglie di un imam! Ricordiamo che tempo fa pure quello di Pordenone si è premurato di ricomparire per un appello affinchè venisse dato un lavoro alla mamma di Sanaa, a rischio di espulsione con le due bambine !!!

Annamaria ha detto...

Comunque una donna musulmana che voglia emanciparsi e integrarsi non dovrebbe certo andare dalla moglie di un imam!

Dipende dall'imam, ovviamente.
Emnciparsi ed integrarsi sono diventate parole ambigue, per ciascuno assumono un significato in base al proprio pensiero od alla propria ottica. Al contrario, hanno un significato ben preciso e questo non mis embra implichi a ci si debba rivolgere. Secondo te il marito di questa signora è un "cattivo imam", se la moglie parla così? Penso proprio di no...

Mella ha detto...

Senza offesa, la nostra "Annamaria-cvd" non sembra molto svelta di comprendonio ...

Anonimo ha detto...

suggerisco di leggere l'intervista a un ex di hamas:
http://unpolitically.wordpress.com/2010/03/08/1310/
per lui, molto semplicemente, ci sono musulmani (hamas e similia) e non musulmani.
primo capo

Alessandra ha detto...

No, altrimenti non ne avrei parlato e in ogni caso a me questa intervista è piaciuta (anche se è facile che abbia ragione Mella sull'hijab, facile che abbia ragione chi si chiede se Boucra sia veramente convinta). Dicevo in generale sugli imam e relative mogli.
Anche i centri antiviolenza e gli assistenti sociali possono non essere efficaci o addirittura colpevolizzare la donna maltrattata... persino richiamarla ai suoi doveri di moglie e madre come è successo a una con cui sono in contatto !!!

Alessandra ha detto...

Grazie, Capo. Avevo letto di lui e non esito a definire Mosab un eroe. Anche se la disizione musulmani-non musulmani è quella che fanno gli integralisti islamici, come sappiamo bene.

Mella ha detto...

Sì, quell'intervista va assolutamente letta (se non altro perché in quel lavoro ci sono anche le mie zampe ...)

Alessandra ha detto...

Ah, quindi! :-)

Mella ha detto...

Mi riferisco al testo italiano, ovviamente, non all'intervista (in effetti le mie zampe ci sono da molte parti, anche se ufficialmente non risulta ...)

Poerio ha detto...

Leggere questa intervista del marito della signora, l'imam di Marcellino che fa riferimento ai sommi intellettuali dell'Ucoii: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2009/20-ottobre-2009/insegniamo-l-islam-scuola-evitare-imam-fai-da-te--1601898067737.shtml Secondo me la vera intenzione di questa donna è l'affermazione pubblica che l'hijab è una prescrizione divina: voglio vedere se se lo toglie per fare un elettroencefalogramma con un operatore sanitario maschio di mezzo.

Alessandra ha detto...

Ah, fantastico! Dunque facile che anche la moglie sia una falsa, a meno che non voglia dire "Donne arabe e musulmane, lavorate uscite di casa, NON FATE COME ME" dato che lei sta solo in casa e si occupa della famiglia(il pezzo ipotizza "forse per questo è convinta che le donne immigrate debbano aprirsi di più al tessuto sociale in cui vivono", anche se al solito lei dice "faccio tutto liberamente").
Allora tratta di taqiyaa. Il marito ricalca il pericolo degli imam fai da te, ma intanto... ora d'islam nelle scuole, magari ovviamente impartita da imam dell' UCOII, che ovviamente definisce "moderati"!
Interessante l'ipotesi di docenti italiani d'islam "«Non lo escludo, ma anche loro devo­no essere preparati: nei libri di Storia ho letto molte falsità sulla nostra religione ... . Visto che è una realtà che conosco, i docenti di Islam po­trebbero provenire proprio da quell’Uni­versità (Orientale di Napoli, senza utilizzare i libri di Storia di cui parlavo prima" (cioè direttante dai testi islamici?).
Quindi ha davvero ragione Mella sulla sua apologia dell'hijab (è sempre la solita storia: "io sono libera di portarlo e ne sono fiera"... quando libera non lo è affatto !)e tanto più insidioso l'invito "Le arabe che vogliono migliorare la loro vita possono contattarmi direttamente" (le arabe sono solo musulmane?) !!! Inoltre, cosa che non ho sottolineato prima: sappiamo bene che il più delle volte non dipende solo da loro !!!

Annamaria ha detto...

Senza offesa, la nostra "Annamaria-cvd" non sembra molto svelta di comprendonio ...

E allora, con molta umiltà, mi presterò ad ascoltarti per avere illuminanti chiarimenti. Però piano, perchè essendo lenta assimilo con difficoltà.
Grazie.

Mella ha detto...

Ok, te lo spiego. Non ho letto il post perché non ne avevo il tempo, ma sono venuta a dare un'occhiata ai commenti visto che erano pochi. E la prima cosa che ho trovato è stato il tuo gratuito Ah, certo non tarderà il solito commento del tipo "però porta il hijab e nn lo toglie" oppure "chissà se poi è davvero convinta", ma queste sono sterili considerazioni. A questo punto chiunque fosse entrato in quel momento si sarebbe sentito obbligato a fare quello sterile commento che avevi così caldamente invocato. E l'ho fatto. Tutto qui.

Annamaria ha detto...

Nella rete c'è tanto di gratuito e se la cosa ti ha punto o comunque fatta sentire chiamata in causa, non è affar mio.
Che chiunque l'avrebbe fatto, come dici tu, non ho dubbi.
Quello che non è molto intelligente è dare del cretino a qualcuno che esprime un'opinione diversa dalla nostra, tanto per...
Cmq non ci sono problemi, tutto chiarito.

Mella ha detto...

Purtroppo mi costringi a ribadire quanto detto sopra ...

Annamaria ha detto...

Ribadisci pure.

loris r. ha detto...

lei dice solo che devono uscire e impegnarsi... ma non specifica in cosa. Possono essere battaglie come quella di Suad Sbai per la libertà o come altre (tra cui le convertite di cui si è già parlato in questo blog) per diffondere l'integralismo. In America, ad esempio, tra gli arrestati per un complotto per uccidere un vignettista svedese c'erano diverse donne.
E il fatto che la signora indossi un velo mi mette più di un dubbio (ho sempre in mente una tunisina che diceva di non mettere il velo perché se no la scambiavano per un'italiana...)

Alessandra ha detto...

A maggior ragione se è dell'UCOII, fa propaganda e non conduce certo la stessa battaglia di Souad Sbai. Poi, come ho detto, giusto fare appelli alle donne per uscire di casa e lavorare, ma da questa intervista sembra che sia solo colpa loro se molto spesso non lo fanno. Sarà un caso?