In Libano si celebra per la prima volta una festa nazionale comune “islamo-cristiana”. Chiusi scuole, banche e uffici pubblici. Il premier Hariri sottolinea che è “occasione spirituale” per tutti. Leader musulmano: segno tangibile di dialogo fra le due fedi.
Beirut (AsiaNews) – Cristiani e musulmani libanesi celebrano oggi, 25 marzo, la festa dell’Annunciazione, divenuta festività nazionale dopo il riconoscimento ufficiale del governo di Beirut. Tutti gli uffici statali, le scuole, le banche e le università hanno chiuso i battenti e l’esecutivo ha incoraggiato anche gli esercizi e le imprese privatre a fare altrettanto.
La festa dell’Annunciazione ricorda il momento in cui l’Arcangelo Gabriele ha rivelato alla Vergine Maria che sarebbe diventata madre di Gesù, il Salvatore. Il premier libanese Saad Hariri ha rivolto calorosi auguri alla popolazione, sottolineando che “è dovere dei religiosi trasformare questa giornata in una occasione spirituale e nazionale per tutti i libanesi”. Alle celebrazioni ha preso parte anche l’ex presidente polacco Lech Walesa, che ha una “devozione speciale” per la figura della Madonna.
Il 18 febbraio scorso una seduta del Consiglio dei ministri ha approvato il decreto secondo cui la festa dell’Annunciazione sarebbe stata una “festa nazionale comune cristiano-musulmana”, fatto senza precedenti negli annali dei dialoghi fra le due religioni. La conferma è arrivata durante l’incontro fra papa Benedetto XVI e il premier Hariri lo scorso 20 febbraio nel Palazzo Apostolico in Vaticano.
Sheikh Mohammed Nokkari, segretario generale di Dar-al-Fatwa, è uno dei principali promotori della festività e si augura che venga diffusa in altre parti del mondo. Egli precisa però che l’idea di una ricorrenza comune fra cristiani e musulmani è giusto che sia nata in Libano, nazione che “papa Giovanni Paolo II ha descritto come ‘messaggero di pluralismo’ per l’Oriente e l’Occidente”. Il leader religioso musulmano aggiunge infine che Maria “è la donna migliore di sempre, sulla terra e nei cieli. È al di sopra di tutte le donne” ed è simbolo “di unità” fra le due fedi.
Il Consiglio dei vescovi maroniti plaude alla scelta del governo, la quale “aiuta a mantenere uniti i cuori”. La festa, ricordano i pastori, “mostra il volto del Libano [quale] ‘messaggio’ e il posto d’onore occupato dalla Vergine Maria nella cristianità e nell’islam”.
Hafid Ouardiri, ex portavoce della moschea di Ginevra e direttore della Fondazione Entre-Connaissance, impegnata nel dialogo interreligioso, sottolinea come il Libano sia “un Paese multi-confessionale che accoglie 19 comunità religiose” ed è un segno tangibile “della concretizzazione del dialogo fra le fedi”.
Joseph A. Kechichian, editorialista del quotidiano GulfNews con base a Dubai, sottolinea che la nascita di una festa comune islamo-cristiana “è un evento senza precedenti nella storia contemporanea” e va oltre “il mero gesto politico” perché “apre una nuova pagina nella storia del Paese”.
La festa dell’Annunciazione ricorda il momento in cui l’Arcangelo Gabriele ha rivelato alla Vergine Maria che sarebbe diventata madre di Gesù, il Salvatore. Il premier libanese Saad Hariri ha rivolto calorosi auguri alla popolazione, sottolineando che “è dovere dei religiosi trasformare questa giornata in una occasione spirituale e nazionale per tutti i libanesi”. Alle celebrazioni ha preso parte anche l’ex presidente polacco Lech Walesa, che ha una “devozione speciale” per la figura della Madonna.
Il 18 febbraio scorso una seduta del Consiglio dei ministri ha approvato il decreto secondo cui la festa dell’Annunciazione sarebbe stata una “festa nazionale comune cristiano-musulmana”, fatto senza precedenti negli annali dei dialoghi fra le due religioni. La conferma è arrivata durante l’incontro fra papa Benedetto XVI e il premier Hariri lo scorso 20 febbraio nel Palazzo Apostolico in Vaticano.
Sheikh Mohammed Nokkari, segretario generale di Dar-al-Fatwa, è uno dei principali promotori della festività e si augura che venga diffusa in altre parti del mondo. Egli precisa però che l’idea di una ricorrenza comune fra cristiani e musulmani è giusto che sia nata in Libano, nazione che “papa Giovanni Paolo II ha descritto come ‘messaggero di pluralismo’ per l’Oriente e l’Occidente”. Il leader religioso musulmano aggiunge infine che Maria “è la donna migliore di sempre, sulla terra e nei cieli. È al di sopra di tutte le donne” ed è simbolo “di unità” fra le due fedi.
Il Consiglio dei vescovi maroniti plaude alla scelta del governo, la quale “aiuta a mantenere uniti i cuori”. La festa, ricordano i pastori, “mostra il volto del Libano [quale] ‘messaggio’ e il posto d’onore occupato dalla Vergine Maria nella cristianità e nell’islam”.
Hafid Ouardiri, ex portavoce della moschea di Ginevra e direttore della Fondazione Entre-Connaissance, impegnata nel dialogo interreligioso, sottolinea come il Libano sia “un Paese multi-confessionale che accoglie 19 comunità religiose” ed è un segno tangibile “della concretizzazione del dialogo fra le fedi”.
Joseph A. Kechichian, editorialista del quotidiano GulfNews con base a Dubai, sottolinea che la nascita di una festa comune islamo-cristiana “è un evento senza precedenti nella storia contemporanea” e va oltre “il mero gesto politico” perché “apre una nuova pagina nella storia del Paese”.
10 commenti:
Ma di quale dialogo stiamo parlando, se per i musulmani Gesù è un profeta musulmano?!
E' vero, esistono profonde differenze tra l'islam e il cristianesimo.
Non sono differenze: sono incompatibilità. E siccome si sa che comanda e vince chi spara di più ... la dhimmitudine continua. Quello che davvero non si capisce è perché i cristiani si prestino a una simile buffonata. Sempre che il prestarvisi sia una loro scelta, visto che quelli che ancora ci sono sono i pochi superstiti della carneficina, della pulizia etnica, del sistematico massacro messo in atto dai palestinesi dopo l'invasione del 1970.
cara Alessandra . e già una stupenda cosa vedere vedere cristiani e musulmani festeggiare la vergine Maria . invece a la gentile Mella , sarebbe opportuno studiare un po do storia , onde evitare figuracce.
RACHID.
stupenda un corno, dato che per i boia non significa NIENTE.
primo capo
e tanto per farci una ghignata, queste, http://scettico72.splinder.com/post/22474743, per te sono cavolate o precetti da seguire?
mi riferivo al raschiato sotto le scarpe.
primo capo
Ciao Rachid! :-)
Con tutte le notizie che si sentono sui cristiani nel mondo islamico, l'atteggiamento di Mella si può capire, così pure il commento di capo, che ringrazio per la notizia. Già il post precedente parla dell'ennesimo caso di musulmani che non solo se ne sbattono del dialogo, ma si comportano da subumani. Mettendo questa notizia dal Libano, non voglio mistificare la realtà della situazione dei cristiani in certi Paesi e purtroppo non solo, visto che ci sono moltissimi musulmani, anche qui in Italia, che diventano cristiani e non possono dirlo. Quelli che hanno bruciato vivo il 38enne cristiano in Pakistan e stuprato sua moglie davanti agli occhi dei figli, sono gli stessi che rendono difficoltose o sospette iniziative come la manifestazione interreligiosa libanese.
Però se c'è una cosa che avvicina islam e cristianesimo è proprio la figura di Maria, anche se Cristo è solo un profeta per i musulmani e viene considerato "musulmano".
Se ci basiamo sulle differenze teologiche davvero non ci sarà mai il minimo dialogo, ma almeno dov'è possibile... .
Non avendo idea del perchè questi cristiani abbiano partecipato alla manifestazione (se sia per dhimmitudine) mi permetto ingenuamente di dire che il dialogo si cerca dove ci sono differenze!!! Questo a mio modo di vedere non significa negarle, almeno in questo caso.
Aevo scritto un post commettando che condivido il pensiero di mella, ma non lo trovo più...
Lo condivido perchè leggo quanti crsitiani nel mondo soffrono e vengono uccisi solo per odio ed estremismo..
Per rachid, in Egitto conosco molte donne musulmane che venerano Maria, chiedono di continuo a mia suocera la sua immagine ma poi non hanno il coraggio di dirlo e nscandono l'immagine ricevuta questa non è ipocrisia?
lorena
Il Libano è un Paese a sé nel panorama arabo, ed è l'unico Paese ad avere un sistema democratico simile (simile ma non certo uguale)a quello europeo, oltre ad Israele.
L'iniziativa di questa festa è del Governo e non delle Chiese, le quali sono state favorevoli ma abbastanza fredde: il sito del Patriarcato Maronita la trascura.
Il Libano è un Paese dove il senso di nazionalità era molto forte nella popolazione, sia cristiana che musulmana, però prima che l'influenza religiosa degli Ezbollah nel sud fosse così pesante, ed immagino che questa festa sia stata pensata più sotto questa luce che altro, per cercare di ridare un senso di nazionalità maggiore: che a mio parere non servirà.
Strano, Lorena. Io non ho cancellato niente. Anch'io ho dovuto riscrivere un commento che credevo di aver pubblicato.
Grazie della precisazione, Stefano.
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