domenica 21 novembre 2010

PAKISTAN / DONNE CRISTIANE E MUSULMANE SCENDONO IN STRADA INSIEME PER SALVARE ASIA BIBI

C'è stata anche qualche mobilitazione di donne arabe e musulmane, per salvare l'iraniana Sakineh, abbiamo visto da un post, qualche tempo fa... .

La condanna a morte di Asia Bibi per blasfemia unisce le donne cristiane e musulmane del Pakistan che in questi giorni stanno manifestando la loro solidarietà nella speranza di salvarle la vita e di segnalare il problema delle strutture giudiziarie pakistane.

Le donne del Pakistan, cristiane e musulmane, scendono in strada per mostrare sostegno e solidarietà ad Asia Bibi, la donna cristiana condannata a morte per blasfemia. Ieri, informano fonti di Fides, a Nankana (la città di Asia Bibi) le donne hanno manifestato in strada davanti ai palazzi delle istituzioni governative per mobilitare l’opinione pubblica e chiedere il rilascio della donna. Fra le associazioni organizzatrici del corteo vi era la “Pakistan Catholic Women Organization” che ha operato in accordo con numerose associazioni musulmane che difendono i diritti delle donne. Le donne pakistane si appellano e sperano nell’autorevole figura di Asma Jahangir, noto avvocato musulmano, divenuta di recente la prima donna a guidare l’Associazione degli Avvocati della Corte Suprema del Pakistan.
Rosemary Noel, coordinatrice nazionale delle donne cattoliche dice a Fides: “Quello di Asia Bibi è un caso che ci preoccupa molto e crea molta sofferenza. Soprattutto per la condanna di una innocente alla pena capitale. Ci appelliamo a tutte le istituzioni per una sua immediata liberazione. Stiamo operando con altre associazioni della società civile in un forum denominato MUMKIN (che in urdu significa “Rendilo possibile”, ndr) e il 22 novembre è fissato un incontro a livello nazionale. Vogliamo trovare tutti i mezzi e i modi per salvare Asia”.
Nel suo caso – spiega a Fides la coordinatrice – è mancata una seria indagine sia della polizia, sia del tribunale: purtroppo è il gioco di potere dei forti che schiaccia i deboli. In Pakistan i potenti hanno forte influenza sugli apparati delle forze di sicurezza e sugli apparti giudiziari, specialmente nei tribunali di primo grado. Ne risultano giudizi non trasparenti o palesemente ingiusti. Inoltre c’è la forza della maggioranza che schiaccia le minoranze: e i cristiani soffrono doppiamente”.
Anche Saman Wazdani, musulmana, attivista per i diritti umani, ribadisce a Fides: “Le donne del Pakistan si stanno mobilitando: il caso di Asia Bibi scuote la nostra coscienza. Vi è l’urgenza di abrogare la legge sulla blasfemia. Ma esiste anche un serio problema nel sistema giudiziario nazionale: i tribunali di primo grado sono abbandonati a se stessi, hanno strutture vecchie, non sono trasparenti, spesso interpretano la legge in modo sbagliato. Urge una riforma complessiva delle strutture giudiziarie, anche se nei successivi gradi di giudizio la situazione è sensibilmente migliore”.
Una speranza, affermano a Fides le donne pakistane, è l’interessamento di Asma Jahangirprima donna a capo dell'Associazione degli avvocati della Corte Suprema del Pakistanche spesso in passato si è pronunciata contro le ordinanze hudud e contro la legge sulla blasfemia. Asmache ha ricevuto istruzione in scuole cattoliche è nota per la difesa dei diritti delle minoranze e per questo impegno ha anche subito minacce di morte. Dal 2004 Asma Jahangir è relatrice speciale delle Nazioni Unite in materia di libertà religiosa, è fra i fondatori della Commissione per i Diritti umani del Pakistan, e nella sua carriera si è sempre battuta contro la discriminazione e la violenza sulle donne. (Fonte: http://www.minareti.it/ , 17/ 11)

2 commenti:

Vituccio ha detto...

E' stata assolta,graziata,ma gli islamisti hanno promesso di fargli la pelle appena possibile.

Vituccio

Alessandra ha detto...

Incrociamo le dita. I figli hanno detto che la lite con alcune donne musulmane era scoppiata perchè queste non volevano... bere da un recipiente porto loro da una donna cristiana in quanto "infedele".