Una sedicenne marocchina si è tolta la vita dopo un matrimonio combinato per coprire una violenza sessuale.
Amina ha detto addio alla vita avvelenandosi: aveva 14 anni quando è stata stuprata, un trauma che non ha potuto dimenticare neanche per un istante dato che si è dovuta sposare con il violentatore. La sua storia la racconta El Mundo.
MATRIMONIO COMBINATO – Per non destare scandalo e pur di evitare di ripudiarla come vuole la convenzione sociale marocchina, la sua stessa famiglia ha combinato il matrimonio giunto ormai al suo secondo anniversario quando la ragazza ha deciso di porre fine alla sua vita. Secondo il Codice Civile marocchino uno stupratore non può essere punito se si sposa con la sua vittima, e per una donna è segno di impurità aver perso la verginità prima del matrimonio.
DUE ANNI DA INCUBO – Ora la madre si pente di non aver denunciato subito il violentatore, di dieci anni più vecchio della figlia, ma ormai è tardi: Amina dopo aver vissuto due anni nella casa dei suoceri sottoposta a violenze e angherie ha ingerito del veleno per topi, e neanche nell’emergenza suo marito ha dimostrato un briciolo di umanità, preoccupandosi di portarla davanti ai genitori prima che all’ospedale per timore di venire poi accusato di omicidio.
LA PRASSI DEI MATRIMONI DI COPERTURA – La prigione per lui forse arriverà lo stesso dopo la denuncia della famiglia di Amina, una magra consolazione per loro all’interno di un sistema giudiziario che mette all’ordine del giorno questi matrimoni di convenienza: nel Paese il 62,8% delle donne tra i 18 e i 64 anni è stata vittima di violenze e dati aggiornati al 2009 stimano 33.253 matrimoni di minorenni. “Molte volte i giudici autorizzano l’unione senza sottomettere le minorenne a esami medici e fisici” denuncia l’associazione umanitaria Ennakhil, che critica il fatto che sia nella norma per la Giustizia dare l’autorizzazione solo guardando la statura e lo sviluppo delle bambine. (Fonte: http://www.giornalettismo.com , 14/3)
sabato 17 marzo 2012
LA BAMBINA COSTRETTA A SPOSARE IL SUO STUPRATORE
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1 commento:
Sticazzi, che fonti!
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