PROTESTA. LE DONNE RIVENDICANO IL LORO DIRITTO A GUIDARE.
Molte fermate, nessuna arrestata
Re Faysal, secondo molti il sovrano più saggio dei Saud e il più amato fino alla morte nel 1975, diceva che «in una generazione l' Arabia era passata dal cammello alla Cadillac, grazie al petrolio». Ora tutti concordano che in meno di una generazione il Paese più conservatore e maschilista del mondo arabo è passato in massa alle nuove tecnologie. Sempre per merito dei petrodollari, distribuiti qui più che altrove. Basta collegarsi a Internet: ieri un' ondata di video, foto, messaggi su Twitter e Facebook, sui siti arabi e del mondo, testimoniava l' inedita e pacifica protesta delle saudite al volante. Un numero imprecisato di signore di ogni età che ha accolto la sfida delle attiviste di Women2Drive di guidare nell' unico Paese al mondo che non rilascia patenti alle sue cittadine. Il 17 giugno, era la «proposta indecente», scendiamo per le strade guidando noi, munite di licenza di guida internazionale, attente a non fare infrazioni, concilianti e senza eroismi. Ma determinate. Quante sono state? Quante sono e saranno visto che la protesta è destinata a durare «fino alla vittoria»? Impossibile dirlo. Oltre 7 mila si erano impegnate a impugnare il volante, certo molte meno hanno mantenuto la promessa. Ma proprio la scelta di preferire azioni individuali in momenti e luoghi diversi ostacola un conteggio preciso. Di certo c' è solo che qualche decina, forse centinaio di saudite hanno risposto. La prima «certificata» è una tale Nassaf, che ha guidato fino a un supermarket a Riad. Un' amica ha filmato e messo il video su YouTube: 00.30 del 17 giugno, si legge sul telefonino della guidatrice velata. Forse qualcuna le contenderà il primato, ma non importa. Importano invece le decine di testimonianze che sono seguite. «Ho guidato per 45 minuti in via Al Muluk e via Olaya», due importanti strade di Riad. «Ho deciso che l' automobile oggi è mia. Né leggi né la religione lo vietano», ha scritto su Twitter Maha Al Qahtani. «Fantastico, ho appena passato due auto della polizia. Mi hanno solo guardato», sosteneva Dima. «Sono uscita con la mamma, c' era solo lei al volante, le altre dove sono?», scriveva FouzAbd. Ma aggiunge: «Nessuno ci ha dato fastidio, più tardi l' abbiamo rifatto». In realtà, con il passare delle ore qualcuna è stata fermata. E' capitato alla stessa Al Qahtani nella sua seconda «missione», a una decina di altre. Lynsey Addario, una fotoreporter americana, ha dichiarato su Twitter che l' amica saudita al volante che accompagnava è stata bloccata da sei auto della polizia: «Sembrava avessero preso Al Zawahiri, sai che pericolo». Ma nessuna è stata arrestata, al massimo accompagnata in commissariato in attesa che un parente (maschio) le recuperasse, convinta a firmare una dichiarazione: «Non lo farò più». Certo è stata ancora una volta l' élite progressista a sostenere la protesta, compresi molti uomini (qualcuno ha dichiarato che avrebbe «guidato vestito da donna per confondere la polizia») e alcuni reali (come l' anziano principe Talal, fratello del re e padre del miliardario Walid Bin Talal). Tra i contrari alla sfida, come sempre, molte donne «conservatrici». Ma grazie a Internet la sfida delle signore al volante è ormai nota ovunque. La scelta delle autorità di non infierire, in un momento difficile per la regione e lo stesso Paese, può fare ora sperare che almeno su questa battaglia si possa ottenere qualcosa. Re Abdullah lo dice da anni alle donne: «Abbiate pazienza, arriverà il momento». Ieri gli è stato risposto che il momento è ampiamente arrivato. (Fonte: http://www.corriere.it , 18/6)
domenica 19 giugno 2011
CENTINAIA DI SAUDITE SFIDANO AL VOLANTE IL DIVIETO RELIGIOSO
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10 commenti:
Arabia saudita, tecnologie all'avanguardia, ma cultura sotto alle scarpe: il corpo nel futuro, il cervello all'età della pietra
una grande iniziativa ,coraggiosa.speriamo
per iniziare e per essere franca e sincera ti dico che non ho letto l'articolo perchè so di che cosa si tratta e ho capito già tutto dal titolo e dal sottotitolo.
Allora "il guidare" non è un divieto RELIGIOSO! E' un divieto, che infatti come si nota è stato impostato solo in Arabia e non anche negli altri paesi. Per giustificare la mia risposta ti faccio un semplice esempio. Le donne allora nel tempo del profeta Mohamed andavano a cavallo, le mogli stesse del profeta,e lui non ne la hai mai vietate, Con questo credo di aver detto tutto.
Benvenuta. Certo, ma è un divieto religioso nel senso che c'è una fatwa che vieta alle donne di guidare.
E comunque, tra parentesi, 1.400 anni fa la macchina non c'era !!!!
Ehm me la fai leggere?
Comunque cara Alessandra -.- non facciamo troppo i perfettini perchè se una donna andava a cavallo perchè ora non può andare in macchina? spiegamelo .. !
la macchina è molto più sicura perchè sei "protetta" e comunque chiusa a confronto del cavallo.. per favore|
Io so solo che è una fatwa del '91 e comunque chi se ne importa: è assurdo che le donne non abbiano il diritto di guidare, punto e le donne che hanno manifestato il 17 giugno non sono certo meno religiose del tipo che ha emesso quella fatwa.
Ho detto che il 1.400 anni fa non c'era la macchina proprio per sottolineare l'assurdità del divieto.
Mi potresti dire la fatwa?
Comunque anche se fosse non è una questione religiosa .. u.u sono certi imam che l'hanno inventata .. -.-" perchè comunque è solo in Arabia Saudita quindi se facciamo un pò di calcoli solo li è vietata, o perlomeno negli altri paesi è lecito.
Comunqua scusami ho framaleinteso cosa volevi intendere che allora non c'era la macchina..
Ah scusami ti vorrei fare una domanda, anzi un paio di domande sei disposta a rispondermi?
Nardus, non ti so dire le parole precise della fatwa ! Però in sostanza dice che le donne non possono guidare.
Concordo con te che di fatto non sia una questione religiosa, ma inventata da alcuni imam, tanto che solo in Arabia Saudita non possono guidare.
Fai pure le altre due domande.
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