lunedì 19 maggio 2008

"ISLAMIC FASHION FESTIVAL" IN MALAYASIA: SOLTANTO GLAMOUR?






Moda e fede non sempre fanno a pugni. Lo dimostrano le sfilate appena tenutesi a Kuala Lumpur, in Malesia. L'occasione è stata la kermesse "Islamic Fashion Festival". Moda e islam possono dunque andare d'accordo, per alcune donne, contrariamente al luogo comune che vede le islamiche per lo più avvolte in antiestetici chador. 50 designer provenienti da diversi Paesi musulmani hanno mostrato il meglio delle loro creazioni e le donne islamiche si sono prestate a sfilare in passerella, alla maniera delle occidentali (ma senza mostrare il corpo, come accade invece sulle nostre passerelle). Veli sì, dunque, ma all'ultima moda. Per rispettare i dettami della fede islamica, non bisogna per forza rinunciare a vestirsi in modo sexy e femminile. Non solo nero quindi per le donne musulmane, ma anche look coloratissimi. La domanda di moda di questo genere, "stile islamico", ma moderno, è crescente tra le donne dei Paesi di fede musulmana. Anche le bimbe possono essere vestite alla moda come le mamme. E per chi preferisce coprirsi di più, look nero e maschere non sono mancate. E per chi preferisce osare, colore, colore e colore declinato in molteplici tagli. Sedurre senza ostentare e mostrare : questo l'imperativo sulle passerelle malesi.
(Fonte:Libero News)

Questa notizia risale al 19 novembre, però vale la pena riproporla. Mi chiedo: si tratta solo della dimostrazione agli occidentali che anche le donne musulmane velate possono essere glamour (e sinceramente alcune di queste "creazioni" mi piacciono) o anche di incoraggiamento a portare il velo (magari colorato, come lo vogliono certe femministe islamiche iraniane, MA PUR SEMPRE VELO!)? Credo che la domanda sia d'obbligo dato che, tra le manequennes, ci sono anche... bambine! Perciò non penso proprio che possano portare l'hijab per libera scelta, neppure se un po' frou frou!

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Non può essere che sia anche un modo per vendere, come la moda "nostrana"? O un modo di lavorare/esprimersi (penso agli stilisti. Chissà se sono uomini o donne?)

Anonimo ha detto...

Questo sicuramente, Esperimento!Come un modo per esprimersi/lavorare/vendere, sono gli abiti della stilista libanese di Milano Mona Mohanna, della quale ho parlato in un post precedente. Il suo principio guida è la "seduzione controllata", sedurre con eleganza, non in modo appariscente o volgare. Non volevo fare troppo la "multiculturalista", anche perchè tra le modelle ci sono pure delle bimbe, e ho fatto quella considerazione. Sapendo (ovviamente non in modo diretto!)cos'è il velo imposto.
Però una sfilata di "Islamic fashion" può essere solo e soltanto un modo di lavorare ed esprimersi. O una sana dimostrazione all'Occidente che "Possiamo essere velate, ma glamour nello stesso tempo!". Come ho detto, mi piacciono alcune di queste creazioni (praticamente tutte quelle delle foto che ho messo). E vogliamo dirlo? Anche le due modelle in alto sono veramente splendide!
Tuttavia non so chi si azzarderà a indossare quell'abito con i colori dell'arcobaleno, per quanto splendido! Insomma, anche nell'"Islamic fashion", trovo ci siano dei modelli stravaganti quanto improponibili, come nella nostra moda! :-). Questo ha un che di rassicurante.
In effetti ci sono anche donne, tra gli stilisti che hanno disegnato i modelli per questa sfilata, voluta tra l'altro da Datin Seri Rosmah Mansor, moglie del Primo Ministro malaysiano (velo come simbolo politico, quindi?).
Però credo che, anche il fatto che ci siano coinvolte donne, importi entro un certo limite. Questo perchè, ci sono donne che portano il velo per libera scelta (o, come ricordava Luca, anche come simbolo identitario per certe immigrate), ma... convinte che sia un obbligo religioso!
Sinceramente, di mio, sono d'accordo con la moglie del Primo Ministro quando rilancia (cosa che per altro fa anche la regina Rania di Giordania, che non porta il hijab), nell'intervista di presentazione della sfilata: "La moda islamica è probabilmente uno degli aspetti più fraintesi del mondo. L'essenza della moda islamica sottende il fatto che essa non degrada le donne, facendone un mero oggetto di desiderio, ma questa cattura la vera bellezza della donna - la sua grazie, il suo charm, la sua personalità e le sue virtù". Insomma il più che legittimo principio che la donna non è solo un oggetto, ma a cervello e sentimenti. Difendo il diritto di una donna musulmana di portare il velo, se lo desidera. Logicamente però, il problema è quando il hijab gli altri tipi di velo, diventano il metro per giudicare l'onesta di una donna. Insomma, il velo parte da un principio corretto, ma che rischia di diventare il suo esatto contrario.

Anonimo ha detto...

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