venerdì 9 maggio 2008

LE DONNE E LA POLITICA IN MAROCCO

Nezha Eloufi, ricercatrice marocchina in scienze sociali, commenta le elezioni nel suo paese con questo scritto.

Senza la partecipazione delle donne la democrazia è inconcepibile. Dopo due decenni le parlamentari marocchine, le associazioni femministe, dei ricercatori, uomini e donne sono "alla ricerca di giustizia in un mondo di illegalità", per riprendere le espressioni usate dall'istituto di ricerca delle Nazioni Unite sullo sviluppo sociale.Uomo e donna. Lo scrutinio del 2007 s'iscrive in una strategia politica e in un programma adottato dallo stato marocchino e dalla società civile su vasta scala per promuovere l'uguaglianza uomo-donna e ci dà l'impressione, attraverso la campagna elettorale e i programmi dei partiti, di voler contribuire a una forte partecipazione delle donne alla gestione degli affari pubblici. Questo è ciò che si evince nel corso della preparazione di queste elezioni.Prendendo atto dei notevoli progressi in materia di riconoscimento dei diritti delle donne in particolare nelle esperienze delle Ong e dei partiti politici, .... riteniamo che molto resti da fare e che le cifre delle elezioni del 2002/2003 lo testimoniano: il 10,8 di tutti i parlamentari e solamente il 0,54 percento degli eletti comunali sono donne.Per far fronte a questo deficit e tenuto conto della problematica della partecipazione delle donne nella politica, - che è una battaglia non solamente femminile ma anche degli uomini per l'uguaglianza, la democrazia e la giustizia sociale - le donne marocchine danno prova ogni giorno di essere sempre più presenti nel mondo degli affari, sulla scena economica e sociale, nel settore culturale associativo e sportivo, ma la loro partecipazione alla politica resta un grande paradosso che i partiti e lo Stato sono invitati ad affrontare.Se il Marocco nel 2002 ha aperto la via del mondo arabo al ricorso delle liste nazionali come misura di rafforzamento della rappresentanza parlamentare femminile, l'esempio marocchino ha segnato un'evoluzione recente nel mondo arabo e in Africa. La questione che si pone all'ordine del giorno delle elezioni legislative e che fa sprecare tanto inchiostro è che i partiti politici marocchini hanno contribuito per una certa parte all'evoluzione in materia di integrazione politica delle donne. E' ciò che si constata dagli sforzi fatti dal 2002 fino alla vigilia delle elezioni del 2007, per aumentare la rappresentanza delle donne e la loro integrazione. Troviamo la risposta nel livello di astensione registrato il giorno del voto, sapendo che più della metà della popolazione marocchina è di sesso femminile.Una mentalità vecchia. La maggior parte dei partiti politici marocchini sono rimasti ancorati alle loro pratiche e alla cultura dell'approfittare delle difficili condizioni socio-economiche delle donne per trarne profitto il giorno del voto. Il principio della lista nazionale è stato tollerato con, come garanzia, un patto d'onore a cui i partiti hanno aderito e al quale si sono adeguati nelle elezioni del settembre 2002. Ma per la compilazione delle liste locali poche donne sono state messe a capo delle stesse, dando così solo a quattro donne la possibilità di essere effettivamente elette.In effetti, il cammino resta ancora lungo, il deficit di rappresentanza e d'integrazione delle donne a livello mondiale non può costituire un alibi per il Marocco, che si pone in sesta posizione nel mondo arabo dopo l'Iraq con il 25,5 percento, la Tunisia con il 22,8 percento, la Mauritania con il 20,9 percento, la Siria con il 17,8 percento e il Sudan con il 12 percento. Siamo ancora molto distanti dai paesi nordici o dal Ruanda, la cui testimonianza è stata edificante: l'esperienza ruandese è andata al di là della quota minima del 30 percento per arrivare ad una rappresentanza femminile che va oltre il 49 e dovrebbe per questo costituire un esempio da seguire per il Marocco.Le elezioni del 2007 costituiscono una tappa importante per la stabilizzazione delle pratiche democratiche nella vita politica del Paese. L'assenza di partecipazione femminile al voto, il quale rappresenta un esercizio effettivo della cittadinanza, è essa stessa pregiudiziale allo sviluppo della democrazia. La rappresentanza e l'integrazione cosciente delle donne nell'elites politiche nazionali sono lontane dal riflettere la proporzione demografica e la misura del loro contributo economico.Infine, in generale, il Marocco è invitato dalla volontà politica e dalle iniziative dei partiti, dello Stato e della società civile, a contribuire a rinforzare la rappresentanza politica delle donne e a giocare il ruolo di "locomotiva" di uno sviluppo sensibile al "genere".
(Fonte: sito di ACMID-DONNA)

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