Manifesto elettorale del generale Aoun
Contro-manifesto del "Collective Femministe"
"SOIS BELLE ET VOTE" ? PAS DU TOUT ... SOIS INTELLIGENTE... .
A pochi giorni dalle elezioni legislative (l'articolo è di qualche giorno fa: si vota OGGI, ndr), i manifesti del Fronte Patrottico Libero (CPL), partito guidato dal generale Aoun, continuano ad animare in Libano il dibattito elettorale, e rischiano di trasformarsi in un flop per il voto femminile al CPL. Al centro delle polemiche, il manifesto elettorale pensato per invitare le donne al voto con la foto in primo piano di una ragzzza, viso pesantemente truccato, e lo slogan, «Sois belle et vote » ("SII BELLA E VOTA") che ha fatto saltare sulla sedia alcuni gruppi femministi del Paese dei Cedri. Il primo è stato Feminist Collective, associazione di blogger che ha lanciato una controffensiva in rete, accusando il CPL di aver utilizzato in maniera ambigua e provocatoria il titolo di un film molto conosciuto, "sois belle et tais-toi ”, "sii bella e sta zitta", per nulla gradito in una campagna elettorale molto dura che vede le donne praticamente messe da parte, nelle liste e nei programmi politici. Dalla rete la protesta è approdata sui media, accompagnata dalla contro-campagna di Feminist Collective "Sois intelligente e vote blanc", dove si vede la stessa foto foto di ragazza, ma con un occhio nero… .
L'obiettivo del CPL non era questo, si difendono dal quartier generale del partito, si volevano scuotere gli uomini più che le donne, chiamando queste ultime a non accontentarsi di votare come suggeriscono i maschi di casa, ma ad esprimere liberamente il proprio punto di vista nelle urne. Il CPL voleva spingere sul tasto della modernità, lamentano incompresi i responsabili della campagna elettorale, dire “sii bella” significa dire “sii libera”, quindi “libera di votare”.
Invece, é successo il finimondo. Una cascata di reazioni contrarie a catena ha inondato il sito web di Feminist Collective, il gruppo che per primo ha lanciato la protesta, pubblicando le ragioni, in dodici punti, per le quali i manifesti del CPL sono considerati soltanto una provocazione gratuita e frutto di misoginia.
Ecco i dodici punti della protesta di Feminist Collective, come si leggono sul sito http://www.feministcollective.org/
1. Oh, finalmente avete notato che le donne sono importanti? Solo perché volete i loro voti?
2. State giocando con un detto popolare: “sois belle et tais-toi”? Pensate che sia giusto utilizzarlo in maniera equivoca cambiandolo con “sois belle et vote-toi”?
3. State insinuando che le donne sono troppo stupide per la politica? E dunque l’unico modo per attirare i loro voti è ricordare loro che sono belle?
4. Che cosa ha a che fare la bellezza con il processo democratico per l’elezione di un parlamento che rappresenta il nostro punto di vista politico?
5. Quante ragazze libanesi assomigliano a quella fotomodella? O meglio, quante ragazze libanesi penseranno di fare qualunque cosa al loro corpo per cercare di assomigliare alla ragazza nella foto?
6. Non sono le vostre ragazze, quindi in realtà vi state rivolgendo agli uomini dicendogli: Hey, maschi! Guardateci! Abbiamo donne bollenti! Votate per noi!”
7. Se ci avete veramente a cuore, dove è la quota del 50% riservata a noi nel Parlamento? Oppure quel che volete è che le donne votino per uomini che non hanno nessun interesse verso i diritti femminili?
8. Dove sono le donne nelle vostre liste dei candidati? Non c’è una donna! Così volete che le donne votino, ma non volete candidarle?
9. Non sarebbe meglio se cercaste di cambiare la legge del sistema elettorale libanese in modo tale che i candidati siano obbligati a rappresentare problemi e non religioni? Non renderebbe più sensato il voto delle donne?
10. Dove sono i diritti delle donne nei 19 punti elaborati dalla vostra piattaforma politica? Hmm?
11. Cosa si potrebbe fare invece di spendere migliaia di dollari per questi inutili cartelloni pubblicitari? Perché non organizzate invece una campagna elettorale che dica che cosa è veramente necessario per le donne, per esempio la protezione dalla violenza famigliare, il diritto di nazionalità e la protezione dalle molestie sessuali?
12. Vi accontentate di guardare solo al progresso cosmetico, e non avete niente da dire in merito al reale progresso femminista politico?
Basta! A giungo andremo a Baabda (cittadina del Libano dove si trova il palazzo del Presidente della Repubblica, ndr) per esercitare il nostro diritto di voto perché sappiamo pensare, e questo è l'unico diritto che ho come donna in Libano. Ma nessuno di voi avrà il mio voto fino a quando qualcuno non presenterà una piattaforma reale di progresso della parità di genere. Fino ad allora voterò bianco. “ Sois intelligente et vote blanc”, (Fonte: Women in the city , 3/6)
Intervista di Menassat a Nadine Moawad, fondatrice del Feminist Collective, e ideatrice della contro-campagna di protesta... .
Grazie a Barbara per la correzione della traduzione dello slogan in francese !!!
E ancora sul velo: Donna con il velo, donna sottomessa , Il velo vuol dire sottomissione, inaccettabile in una società laica .
17 commenti:
Niente candidate donne, niente voto...dovrebbe essere una buona mossa, a meno che non diventi un modo per diventare ancora più invisibili... Grandmere
Dovrebbero saltare sulla sedia per ben altro le femministe libanesi.
Quei manifesti sono un simbolo di Emancipazione.
Stefano.
In effetti il rischio può essere questo. Per quanto riguarda il manifesto, non credo che intenda dire che le donne sono troppo stupide per fare politica: piuttosto, secondo me, dà delle stupide (come dire "belle e basta", "belle e oche") a quelle che non votano e soprattutto, ovviamente, a quelle che non votano per il Fronte Patriottico Libero (CPL)che ha promosso il manifesto! Un insulto, non solo alle donne, ma soprattutto alle elettrici!
La bellezza comunque, dovrebbe senz'altro essere lasciata fuori dalla politica, visto che in quel partito le candidate non ci sono e le donne in Libano hanno problemi ben più gravi che l'essere belle (magari per assomigliare a questa o quella popstar, come diceva un articolo che ho postato tempo fa!).
Stefano, in effetti, è curioso che un manifesto del genere, venga scelto da uno come il generale Aoun, che sostiene HEZBOLLAH (ricordo, dopo essere stato per 30 anni in esilio perchè anti-siriano!)! :-)
Però non sono tanto le femministe libanesi a dover saltare sulla sedia per cose più gravi: anzi, le femministe del "Collettivo" dicono che le donne in Libano devono affrontare problemi più gravi, piuttosto che la bellezza! Invece dicono che alcune ragazze prendono sul serio quel manifesto. Dice la Presidente dell'Associazione Nadine Moawad "Il Fronte Patriottico di Libertà ripete che ha costruito la sua politica nel solco della “libertà”, ma vedere come questi valori sono stati tradotti in un cartellone pubblicitario è veramente una grossa delusione.
Noi donne abbiamo già tanti problemi in questo Paese..., essere considerate “belle” è un obbligo, le ragazze stanno sempre a dieta, si truccano eccessivamente, chiedono prestiti bancari per sottoporsi ad interventi di chirurgia estetica…L’immagine e l’autostima che le donne libanesi hanno di sé vengono sfidate continuamente dai modelli che passano sui giornali, e su questi si conforma l'idea della bellezza femminile azionale". Le femministe libanesi contestano l'ossessione per la bellezza che si traduce in cartelloni come questo! Direi che, in un certo senso, l'ossessione per la bellezza e l'estremismo islamico, in questo caso di Hezbollah, che pretende di coprire il corpo della donna con il velo, possono essere due facce della stessa medaglia.
Non credo possano essere due facce della stessa mdaglia. Il fanatismo islamico vuole cancellare la donna, ridurla ad un belfagor che riproduce figli.
Ogni appello alla bellezza, lo si voglia o meno, è una palata di terra sulla tomba dell'islam.
Mi è tornato in mente il paragone tra quello che dice la femminista marocchina Fatema Mernissi, che l'ossessione per la taglia 42 è la faccia della stessa medaglia del velo. Io non mi ero trovata d'accordo, perchè comunque nessuno ti minaccia, non rischi la reputazione e la vita, se non hai la taglia 42, a differenza che con il velo... . Però mi sembra chiaro che fossilizzarsi su questo, non sia il massimo, soprattutto in posti dove i problemi delle donne sono molto più gravi e quando un partito non ha nessuna candidata donna, come in questo caso.
Concordo Alessandra.
I problemi delle donne libanesi sono ben altri.
Stefano.
Hai vinto la coalizione "filo-occidentale" del fronte "14 marzo" capaggiata da Saad, il figlio di Hariri e di cui fa parte anche Nayala Tueni, di cui ho parlato qualche post fa! In calo Hezbollah!!!! :-)
Importantissima la vitoria del fronte anti hezbollah in Libano.
E quindi ha perso anche il generale Aoun, cristiano FILO-HEZBOLLAH, il cui partito ha usato quel manifesto per la campagna elettorale.
Mi dispiace per la bella figliola del manifesto:-)
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