BEIRUT — Nayala Tueni (nell'immagine in basso a sinistra davanti a una foto del padre Gibran, in basso a destra, ai funerali, ndr) lo ammette apertamente.
«Se mio padre Gibran non fosse stato assassinato nell’estate 2005 da quelle stesse forze che lui criticava nei suoi articoli, il regime dittatoriale siriano e i suoi alleati in Libano, io oggi non sarei candidata alle elezioni di domenica prossima per il rinnovo del parlamento. Entro in politica per difendere i valori di libertà, indipendenza e democrazia per cui lui ha sacrificato la vita. Come Saad Hariri porta avanti la battaglia di suo padre, Rafiq Hariri, l’ex premier che stava traghettandoci lontano dal retaggio violentodella guerra civile. Il nostro impegno è molto simile», dice nel suo ufficio di vice-direttore amministrativo all’ultimo piano del palazzo dove è situato An-Nahar, il maggior quotidiano libanese fondato agli inizi del ’900 dal bisnonno. Nayala è nata il 31 agosto 1982. «Proprio nel periodo caldo dell’invasione israeliana». Le sue preoccupazioni sono orientate verso Damasco, Teheran e contro quello che lei chiama «il nostro pericolo interno», il gruppo fondamentalista sciita Hezbollah («Partito di Dio»).La giovane candidata tra le fila cristiane (la famiglia Tueni è greco-ortodossa) che compongono il cosiddetto «Fronte del 14 marzo» è oggi al cuore della campagna elettorale. Ancora ieri la sua conferenza stampa in cui smentiva le illazioni di Michel Aoun (l’ex generale che vorrebbe alleare buona parte dei cristiani con Hezbollah) secondo le quali Nayala si sarebbe di recente convertita all’Islam per sposare uno sciita, era sulle prime pagine. «Aoun è un pericoloso dittatore, un fascista primitivo e violento. Sta portando il Libano verso la distruzione», ribadisce lei al Corriere.
Nayala viene descritta come uno dei volti più noti dei «nuovi orfani politici», figli di personaggi delle elites assassinati negli ultimi anni. Suo padre venne ucciso con un autobomba pochi giorni dopo che in un articolo aveva accusato il presidente siriano Bashar Assad per la morte di Hariri. Assieme a lei e Saad si leggono nomi eccellenti come il 28enne Samy Gemayel. Suo fratello, Pierre, è stato assassinato nel 2006 mentre era ministro dell’Industria. Suo cugino, il 26enne Nadim, è figlio dell’ex presidente filo-israeliano Bashir Gemayel ucciso nell’82. E con loro si candida anche Michel Mouawad (37 anni), il cui padre Renee venne assassinato nel 1989, quando da presidente stava negoziando con Damasco il compromesso di Taif, che un anno dopo avrebbe condotto alla fine della guerra civile e a 15 anni di presenza militare siriana. Nayala sa che la sua vita è appesa ad un filo. Prende le sue precauzioni. L’ufficio è sorvegliato da guardie del corpo private e così l’abitazione. Cerca di non restare troppo tempo nei posti pubblici ma non rinuncia alla campagna elettorale per la circoscrizione di Ashrafiyeh, il quartiere centrale della presenza cristiana a Beirut, dove si presenta anche Aoun. Paura di morire a soli 26 anni? «Non penso tanto alla mia vita, quanto all’esistenza del Libano. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Se Hezbollah dovesse vincere, l’intero Paese diventerà una provincia siriana e, ancora peggio, subirà l’influenza della dittatura iraniana. E’ in gioco il futuro della nostra tradizione liberale e tollerante». E tiene a sottolineare il suo ringraziamento per la presenza dei quasi 3.000 soldati italiani con il contingente Unifil nel Libano meridionale dall’estate 2006. «Grazie, davvero grazie all’Italia, che assieme alle altre forze garantisce la pace del nostro Paese. Se non ci fossero, saremmo ancora nel tunnel della guerra». (Fonte: "Corsera", da Informazionecorretta.it)
Per chi sa l'inglese ecco un coraggioso intervento dell'esperta libanese di Medio Oriente Brigitte Gabriel (avevo già postato qualcosa su di lei parecchio tempo fa e quel poco che ho capito del video ha rinnovato la mia stima per questa donna): http://www.youtube.com/watch?v=mn-yq6By82E .
E su Distanti Saluti : Ayaan Hirsi Ali .
mercoledì 3 giugno 2009
NAYALA TUENI, FIGLIA DI GIBRAN: "SALVIAMO IL LIBANO DA HEZBOLLAH NEL NOME DEI NOSTRI PADRI ASSASSINATI"
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1 commento:
FORZA Nayala.
VINCI!!!.
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