martedì 2 giugno 2009

DARFUR, UNA DONNA SU TRE STUPRATA DAI MILIZIANI


Piccolo memorandum da girare ai fini "arabisti" di casa nostra... .

Un terzo delle donne fuggite dal Darfur riporta i segni dello stupro o comunque denuncia di aver subito violenza sessuale da parte delle milizie Janjaweed o da parte dei contadini nei pressi del campo profughi del Ciad di Farchad. Lo denunciano i medici dei campi riuniti nell’organizzazione non governativa “Medici per i diritti umani”, dopo aver visitato, lo scorso novembre, 88 donne individuate con il passa parola o in seguito a denunce dei responsabili del campo. (Fonte: Kritikon , da "Il Secolo XIX.it")

E per tornare ai colleghi della bigliettaia di Venaria, che si sono velati e abbigliati con la kefiah un post che forse ne parla nell' UNICO MODO in cui è GIUSTO PARLARNE: Perché non infibulare le figlie, per solidarietà? .

4 commenti:

Stefano. ha detto...

Femministe: Un commento per favore.
Stefano.

Alessandra ha detto...

Lo stesso post che ho linkato, ancora sul gesto dei colleghi della bigliettaria velata di Venaria, è di un ragazzo (maschio)! :-) Chapeau, perchè ancora una volta all'amico Giovanni Fontana, che ancora una volta ha preso una posizione più decisa della sottoscritta, Dimostrazione che l'indignazione per certe cose, più o meno gravi, che riguardano le donne, dovrebbe essere universale, indipendentemente dal sesso, dalla cultura, dalla religione e dal colore politico e di un certo presunto femminismo.

Stefano. ha detto...

Parole giustissime le tue.
L'indignazione dovrebbe essere universale.
Ma il simile dovrebbe essere in prima fila:
Faccio un esempio: Se in Francia facessero delle leggi discriminatorie contro gli ebrei, sarebbe dovere di tutti indignarsi.
Ma, se gli ebrei italiani, fossero i primi a fregarsene, molti penserebbero, se non importa a loro, perché dovrei scaldarmi io?
Per questo mi piacerebbe vedere le femministe più attive, il loro esempio farebbe da traino.

Alessandra ha detto...

Assolutamente. Stavo solo enfatizzando l'assurdità del silenzio delle femministe (ma anche le donne in generale dovrebbero farsi sentire di più!).