Italiani cacciati dalla Libia
Omar Al-Mukhtar, il "leone del deserto", guerrigliero libico della resistenza anti-italiana, diventato un eroe nazionale in Libia, esibito in catene dai fascisti e da Gheddafi in Italia
Gentile Direttore,
la foto appuntata sul petto di Gheddafi ( in basso), esibita come provocazione prima a Berlusconi e poi a Napolitano e, attraverso la TV al mondo intero, mi ha fatto venire in mente di mandarne una a Lei molto diversa ma altrettanto significativa (in alto).
Anche se non mi riconosco in nessuna delle persone rappresentate, l'ho conservata gelosamente perchè potrei essere benissimo io una di loro dato che da quella nave sono sbarcata anche io, ragazza, un giorno d'estate di quasi quarant'anni fa.
Avevo perso tutto: non solo la casa, le cose, gli amici, la spiaggia, i luoghi spensierati della mia gioventù ma mi sentivo violata addirittura nella mia intimità.
Come era stato lungo e difficile quel mese torrido tra fine luglio e fine agosto vissuto a Tripoli dopo aver ascoltato alla radio il provvedimento di confisca emanato da Gheddafi. Quanti problemi per me e per i miei: non c'era nemmeno il tempo di piangere perchè bisognava occuparsi di tante brutte cose pratiche. I beni li avevamo perduti, ma bisognava pure consegnare i relativi documenti facendo lunghe file sotto cartelli minacciosi in ricordo delle nostre "malefatte". Bisognava cercare di sistemare presso affettuosi amici libici il nostro adorato cagnolino. Bisognava dimostrare il pagamento di tutte le utenze luce, gas, telefono: con quali soldi affrontare questi oneri dato che i conti in banca erano bloccati? E libri? I miei adorati libri, per essere infilati in valigia, dovevano passare sotto il visto di un apposito controllo mentre ori e argenti venivano inesorabilmente sequestrati in dogana, luogo dell'ultima umiliazione: donne gentili e imbarazzate frugavano da per tutto, dopo averti fatto spogliare, pensando che persino fra i capelli potevi portarti via qualche tesoro. Ma questo gli italiani, i deputati, i membri del governo, le nostre giovani ministre lo hanno mai saputo?
La ringrazio e la saluto,
Maria Imperatore, 11/06/09, Ferrara
3 commenti:
Rimando il mio commento che non è appaso.
Non dobbiamo immaginarci eternamente bravi belli e buoni.
Abbiamo commesso anche noi dei crimini, che è inevitabile ci vengano rinfacciati.
Stefano.
Ma uno non può ricattarci in continuazione per un Governo che, grazie al cielo, non abbiamo più!
Ci credo che, alla signora Imperatore, sia venuta in mente la LA SUA "FOTO SIMBOLO" ! Lui è meno fascista di quelli che hanno impiccato Omar Al-Mukhtar, non prima di esibirlo in catene?!
Ripetendo quanto detto nel post precedente, un capo di stato in visità, è un libero cittadino, gli si può impedire solo di commettere reati, ed esibire una foto non è certo reato.
Casomai, potrai appunto rispondere di non sentirti responsabile per l'azione di un passato regime.
Ciao
Stefano.
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