BRUXELLES — Fathi, che per una vita intera ha proclamato il diritto alla libertà della sua Palestina, è finito in cella per aver voluto schiacciare la libertà della figlia, perfino con il sangue. Lei, Dalan, voleva sposare Zakaria, il suo ragazzo marocchino (e l’ha sposato ieri), ma il padre aveva scelto un altro, un palestinese che riteneva più degno e che Dalan non aveva mai incontrato. A Zakaria, il «suocero» mandava sul cellulare messaggi come questi: «Hai distrutto la vita di mia figlia. La vita è un dettato, il dizionario è il Corano». L’altro ieri è finita a colpi di pistola. E ora quella che sembrava solo una storiaccia di strada è diventata un caso politico- diplomatico che imbarazza la grande e civile comunità musulmana di Bruxelles: perché Fathi El Mohor, accusato di aver ordinato l’omicidio del futuro genero, è stato per anni il portavoce e il direttore vicario della Delegazione palestinese presso il Belgio e presso l’Unione Europea, non proprio un’ambasciata ma qualcosa di molto simile. Lo hanno arrestato come presunto mandante: sarebbe stato inviato da lui il giovane sicario che l’altra sera ha sparato tre pallottole contro il fidanzato sgradito, per essere poi arrestato poche ore più tardi. Il sicario non aveva una mira da cecchino: un proiettile ha fratturato la mano di Zakaria, gli altri hanno colpito solo di striscio. Quasi un miracolo. E ieri a mezzogiorno, nel quartiere di Schaerbeek abitato in maggioranza da immigrati musulmani, è stato celebrato il matrimonio, con lo sposo ben fasciato: sotto l’occhio della polizia e fra strette misure di sicurezza, perché la questione ha riattizzato le tensioni interne alla comunità. Tutta la storia è stata ricostruita da due tenaci cronisti di Le Soir, il principale quotidiano belga, che sono riusciti a penetrare la cortina del riserbo. E hanno portato alla luce alcuni risvolti sconcertanti. Per esempio, la denuncia fatta da Zakaria sugli influenti contatti del «suocero », che avrebbero spinto all’azione perfino il consolato del Marocco. Nel 2007, secondo il racconto del giovane, il console lo avrebbe convocato e gli avrebbe chiesto di brutto: «Perché, tu marocchino, ti vuoi prendere una palestinese con tante marocchine che ci sono qui a Bruxelles?». Non solo: disperato per le asserite intimidazioni del «suocero», che lo avrebbe anche ingiustamente (a suo dire) denunciato come immigrato illegale e spacciatore di droga, Zakaria si sarebbe rivolto al re e alcuni parlamentari.Ma come sempre, non c'è una sola versione delle cose. E la versione che circola in alcuni ambienti vicini alla Delegazione palestinese è un po' differente. Rifuggendo dalle dichiarazioni ufficiali, dicono per esempio che Fathi era da almeno un anno in pensione, lontano da ogni frequentazione politica. E che era, ed è, un signore posato e colto, appassionato di libri e non di pistole, non certo un folle. Mentre Zakaria sarebbe un tipo opposto. Toccherà ora ai giudici, giudici belgi e cattolici, decidere chi ha ragione. (Su "Informazionecorretta" dal "Corsera" http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=2&sez=120&id=29952, con un commento di Antonio Ferrari).
giovedì 25 giugno 2009
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13 commenti:
Sarà un caso, ma sono quasi sempre loro a compiere questi crimini.
Stefano.
Loro i palestinesi?
una storia d'amore rovinata da un retaggio culturale e religiso, e poi vorrebbero farci credere che la democrazia è compatibile con l'islam. Ho molti dubbi su questo, eppur quest'oumo dovrebbe essere un illuminato è vissuto in belgio, un rappresenate di una minoranza che lotta per un suo Stato, ma il suo attegiamento dimstra il contrario.
lorena
Lorena, per caso hai letto: "L'amore ucciso", di Norma Khoury? Ha suscitato molte polemiche, secondo me assolutamente strumentali, ma narra la storia vera di un'amica dell'autrice che, giordana musulmana, si innamora di un cristiano. Ebbene, il padre dell'autrice, cristiano, prende le parti del padre della ragazza musulmana quando... . Ricordo qualche anno fa che una ragazza palestinese cristiana venne uccisa dal padre perchè voleva sposare un musulmano... . Personalmente anche questo mi ha fatto riflettere.
Mi immagino come questo diplomatico dell'Anp (meno "moderata" di quanto dicano i nostri media!), abbia "lottato per tutta la vita per la libertà della sua Palestina" (cosa meriterebbe un capitolo politico che non finirebbe più!) se poi è arrivato a tentare di far ammazzare il fidanzato della figlia PERCHE' NON E' PALESTINESE! E poi ci vengono a raccontare della "fratellanza araba" e della mummah!
ciao alesandra, no il libro non l'ho letto e visto che me l'hai segnalato l'aggiungo nella mia lunga lista di libri da acquistare.
Sono d'accordo con il tuo pensiero, la cosa che spavanta apposta ho scritto i retaggio culturale e religioso è ce quest'uomo ha lottato per anni per la libertà del suo paese per l'affermazione di un diritto, in un luogo cosmpolita come il Belgio e poi che fa??? tenta di uccidere il futuro genero e obbligare la figlia a sposare uno scelto da lui.
sul fto che un cristiano non voglia che la figlia/o sposi un musulmano purtroppo mi tovi d'accordo i cristiani d'oriente soffrono ogni giorno la discriminazione religiosa e sociale e devono distinguersi da chi partica la pace ISLAM e poi invece dimostra il contrario. on questo non voglio stigmatizzare tutti i musulmani, a purtroppo quando sono insieme e fagocitati dimenticano i loro buoni propositi in fondo il corano se uccidono un cristiano, li giustifica.
lorena
scuate gli errori di dgt, ho qualche problema alla mano sinstrae con il dito medio non risco a spingere bene i tasti.
lorena
:-)))Tranquilla, mi sono accorta di aver scritto "mummah", anzichè "ummah"!!!!
Comunque il problema non era tanto che il padre palestinese cristiano non volesse che la figlia sposasse un musulmano (cosa che posso capire, soprattutto per i cristiani d'Oriente), ma che l'abbia addirittura uccisa: è l'esempio lampante che certi crimini c'entrano relativamente con la religione. Non cambia però il fatto che, il diplomatico palestinese in pensione, che viveva in Belgio, che sembrava aperto, "moderato" ecc. abbia mandato al fidanzato della figlia quell'sms è "La vita è un dettato, il dizionario è il Corano"... .
Concordo uccidere è un gesto sconsiderato e ingistificabile qualsiasi reigione si professi, è di solito sono le donne le maggiori vittime.
Ma la frase del singnore palistenese manifesta una palese ingerenza nella vita della persona e della loro completa sottomissione all'islam in quanto religione, che non viene asslutamene scissa dall'individuo...
lorena
seguivo il tuo blog a un pò, diventa ogni giorno più interessante.La notte a lavoro ti leggo sempre ma non posso intervenire oggi mi sono scatenata. ciao
Concordo uccidere è un gesto sconsiderato e ingistificabile qualsiasi reigione si professi, è di solito sono le donne le maggiori vittime.
Ma la frase del singnore palistenese manifesta una palese ingerenza nella vita della persona e della loro completa sottomissione all'islam in quanto religione, che non viene asslutamene scissa dall'individuo...
Certo. Ho messo apposta la frase in grassetto.
seguivo il tuo blog a un pò, diventa ogni giorno più interessante.La notte a lavoro ti leggo sempre ma non posso intervenire oggi mi sono scatenata. ciao
Ma sì, ma scatenati pure!!! A presto!
la cosa che si capisce è che se non avessero un nemico comune (noi), si scannerebbero tra di loro come i cani che sono...
Certo! se non ci fossimo ISRAELE e NOI, si scannerebbero davvero, più di ciò che già fanno. Vedi come si azzannano Hamas e Al-Fatah! Tragicomico, no?!
che poi la comunità musulmana di bruxelles sia tanto civile, per me è tutto da dimostrare.
sw
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