La città aveva dato via libera al seno nudo in piscina. Ma nessuna ne ha approfittato.
A Malmö, un terzo di musulmani, le donne si ricoprono.
BRUXELLES — Nemmeno una, una che una: intervistato dai giornali e dalle tv locali, Zakariah Al-Falous, capobagnino della piscina principale di Malmö (nelle foto: Miss Malmö 1968 esce dall'acqua sulla spiaggia di Rimini e una ragazza in burkini, ndr) e fedele di Maometto almeno a giudicare dal nome, assicura che nemmeno una delle «sue» clienti ha nuotato in questi giorni a seno nudo, in topless. E’ stato un caso? Non si sa. Ma se non è stato un caso, allora è l’inizio di una mini-rivoluzione. Perché tutte le donne avrebbero potuto tuffarsi e nuotare dimenticando la parte superiore del costume, senza tema di multe o rimbrotti.
Ci mancherebbe: è sempre stato così, è ancora così, a Malmö; che è la terza città della Svezia; che è, o dovrebbe essere, il paese liberale e delle libertà sessuali un tempo sognato da tanti italiani, e mitizzato dal grande Alberto Sordi nel «Diavolo», anno di grazia 1963. Di più: 46 anni dopo, 20 giorni fa, proprio il municipio di Malmö ha dato ragione a un agguerrito gruppo femminista, e ha bocciato la proposta partita da ambienti conservatori di vietare il topless nelle piscine pubbliche della città. Per questo ci si attendeva una parata di muscoli toracici femminili, a mo’ di manifestazione politica. Ma non c’è stata, come certifica il palestrato Zakariah. E la spiegazione la custodisce forse l’ufficio anagrafe.
Ci mancherebbe: è sempre stato così, è ancora così, a Malmö; che è la terza città della Svezia; che è, o dovrebbe essere, il paese liberale e delle libertà sessuali un tempo sognato da tanti italiani, e mitizzato dal grande Alberto Sordi nel «Diavolo», anno di grazia 1963. Di più: 46 anni dopo, 20 giorni fa, proprio il municipio di Malmö ha dato ragione a un agguerrito gruppo femminista, e ha bocciato la proposta partita da ambienti conservatori di vietare il topless nelle piscine pubbliche della città. Per questo ci si attendeva una parata di muscoli toracici femminili, a mo’ di manifestazione politica. Ma non c’è stata, come certifica il palestrato Zakariah. E la spiegazione la custodisce forse l’ufficio anagrafe.
Perché Malmö non è solo la terza città della Svezia, prescelta da immigrati di oltre 150 nazionalità, ma anche la città europea con la più alta percentuale di immigrati musulmani, almeno in parte sensibili alla predicazione degli imam integralisti; quegli stessi che impongono alle donne il velo in tutte le sue forme. E la proposta di vietare ora il topless (testuale: «le donne con un costume a due pezzi devono indossare il pezzo superiore»), sostenuta da partiti di centro e da alcuni gruppi vicini alle chiese, era probabilmente legata alla composizione etnico-religiosa della cittadinanza: motivi — dichiarati — di «decoro», e altri — non dichiarati — di ordine pubblico.
Due mondi qui convivono, e si urtano, come mai era accaduto in tanti secoli: poiché in questo pezzo di Europa, per la prima volta, il mondo arrivato per ultimo — quello degli immigrati musulmani — sta per raggiungere in forza e capacità di attrazione il mondo «di prima», e la minoranza sta per diventare maggioranza. Proprio in Svezia, come forse in altri paesi europei, è comparso di recente il «burkini», incrocio fra bikini e burqa che consente di tuffarsi anche alle ragazze più timorate: c’è almeno una grande piscina che già lo fornisce a noleggio. E in questi anni, sulle spiagge svedesi, più d’una volta la visione di qualche bellezza discinta — magari accanto a qualche famigliola di immigrati con una ragazza velata — ha provocato momenti di tensione, o di disagio.
Due mondi qui convivono, e si urtano, come mai era accaduto in tanti secoli: poiché in questo pezzo di Europa, per la prima volta, il mondo arrivato per ultimo — quello degli immigrati musulmani — sta per raggiungere in forza e capacità di attrazione il mondo «di prima», e la minoranza sta per diventare maggioranza. Proprio in Svezia, come forse in altri paesi europei, è comparso di recente il «burkini», incrocio fra bikini e burqa che consente di tuffarsi anche alle ragazze più timorate: c’è almeno una grande piscina che già lo fornisce a noleggio. E in questi anni, sulle spiagge svedesi, più d’una volta la visione di qualche bellezza discinta — magari accanto a qualche famigliola di immigrati con una ragazza velata — ha provocato momenti di tensione, o di disagio.
Lo stesso disagio, in quelle stesse piscine frequentate anche da migliaia di giovani musulmani, potrebbe ora spiegare il tramonto del topless, nonostante la «vittoria» ottenuta in municipio: o almeno, così ipotizzano alcuni delle centinaia di messaggi che in questi giorni bombardano i blog. Il gruppo femminista che ha assunto la difesa politica del seno nudo si è autobattezzato, con fantasia non eccelsa, «Seno nudo»: «Questione di uguaglianza — hanno detto sornione le sue portabandiera — perché in piscina le donne dovrebbero indossare un pezzo di sopra del costume, coprirsi il torace, e gli uomini no?». (Fonte: Parole Scorrette , dal Corsera)
Il testo del regolamento comunale approvato alla fine è degno del re Salomone: «Ciascun frequentatore delle piscine deve indossare un costume da bagno», senza più sottilizzare su pezzi di sopra o di sotto. Ma più ancora della protesta femminista, per il Comune di Malmö hanno contato le tradizioni locali da rispettare: forse la Svezia non è mai stata il paradiso delle giunoni bionde e disinibite sognate da Sordi, ma non è mai stata neppure un algido collegio di beghine. Bisognerà cercare un compromesso per rispettare le libertà di tutti, dicono i più pacifici interlocutori dei blog. Come uno, che azzarda una diagnosi imparziale: «Ho vissuto in Svezia per anni, ricordo che al mare il topless e anche i bambini nudi erano una norma. Credo che la gente abbia cambiato mentalità per 3 ragioni: la sessualizzazione della nudità, l’aumento dei cittadini stranieri, e la paura dei tumori della pelle».
Ma c’è anche chi digrigna i denti: «Il mancato divieto del topless? So che i musulmani e gli americani se ne diranno sconvolti: ma se lo sono, allora se ne vadano e non tornino più. Qui siamo in Europa, non a Bagdad o a Washington».
Il testo del regolamento comunale approvato alla fine è degno del re Salomone: «Ciascun frequentatore delle piscine deve indossare un costume da bagno», senza più sottilizzare su pezzi di sopra o di sotto. Ma più ancora della protesta femminista, per il Comune di Malmö hanno contato le tradizioni locali da rispettare: forse la Svezia non è mai stata il paradiso delle giunoni bionde e disinibite sognate da Sordi, ma non è mai stata neppure un algido collegio di beghine. Bisognerà cercare un compromesso per rispettare le libertà di tutti, dicono i più pacifici interlocutori dei blog. Come uno, che azzarda una diagnosi imparziale: «Ho vissuto in Svezia per anni, ricordo che al mare il topless e anche i bambini nudi erano una norma. Credo che la gente abbia cambiato mentalità per 3 ragioni: la sessualizzazione della nudità, l’aumento dei cittadini stranieri, e la paura dei tumori della pelle».
Ma c’è anche chi digrigna i denti: «Il mancato divieto del topless? So che i musulmani e gli americani se ne diranno sconvolti: ma se lo sono, allora se ne vadano e non tornino più. Qui siamo in Europa, non a Bagdad o a Washington».
11 commenti:
Personalmente sono contrario al topless e se la presenza dei musulmani determinasse solo il suo divieto non ci sarebbero problemi. Con i musulmani i problemi sono ben altri....purtroppo. E ben altri i casi di sudditanza verso l'islam integralista di un occidente sempre più politicamente corretto e pusillanime.
Ma anch'io sono contraria... . Fin da piccola! Vedendo una in topless, le faccio: "Signora, signora, guardi che le è CADUTO il reggiseno!". Però il discorso è sempre lo stesso: non dobbiamo cercare a tutti costi di compiacere gli islamici, autocensurarci quando non sono neppure loro a chiedercelo! Una ha la libertà di mettersi in topless come di fare la velina (per quanto non sia condivisibile), ma sappiamo che non è affatto certo che una abbia la libertà di girare senza velo o fare il bagno senza burkini o in costume (anzi, in genere succede perchè una non ha questa libertà).
Un mondo che va indietro.
Il topless non sarà una conquista, ma è una libertà, dopo toccherà al bikini, poi alla minigonna...
Femministe, siete inc.late.
Stefano.
Eppure, Stefano, è stato un gruppo di femministe a bocciare la proposta venuta da ambienti conservatori di abolire il topless: stavolta direi che non c'è niente da rimproverare loro perchè, come hai detto "il topless non sarà una conquista, ma è una libertà".
Aggiungo che a me da fastidio soprattutto nelle donne non più giovani e/p che "non hanno il fisico".
Prove di Eurabia?
Non lo so.
L'unica cosa che mi sento di dire è che tra i due estremi preferisco quello della foto in bianco e nero.
Il fatto è che possono inventarsi tutte le idiozie che vogliono. I musulmani sono sessuomani. Altrimenti, che fastidio darebbe loro un seno nudo? Perchè poi, non tutte osano il topless.
Ma poi siamo proprio sicuri che diano a tutti loro così fastidio i seni nudi? :-) Anzi, quelli che si dicono infastiditi, sono quelli che si eccitano... .
ALESSANDRA Wrote:
>Eppure, Stefano, è stato un gruppo di femministe a bocciare la proposta venuta da ambienti conservatori di abolire il topless: stavolta direi >che non c'è niente da rimproverare
Si lo so che giustamente le femministe difendono il toples.
Ciò che rimprovero loro è che non hanno compreso che la difesa può essere solo globale.
Una società tende sempre all'omologazione. Sarebbe impensabile un posto dove alcuni si vestano da antichi romani ed altri con giacca e cravatta. Allo stesso modo è impensabile un topless accanto ad un burqa, uno dei due è destinato a sparire.
Stefano.
Allo stesso modo è impensabile un topless accanto ad un burqa, uno dei due è destinato a sparire.
Dovrebbe essere così, infatti. Però pensa che in Libano, ci sono zone dove, magari non topless, ma bikini (ho inmente una foto che ho postato un paio di volte) convivono APPARENTEMENTE in modo pacifico, nonchè direi schizofrenico.
Allo stesso modo è impensabile un topless accanto ad un burqa, uno dei due è destinato a sparire.
Dovrebbe essere così, infatti. Però pensa che in Libano, ci sono zone dove, magari non topless, ma bikini e niqab (ho inmente una foto che ho postato un paio di volte) convivono APPARENTEMENTE in modo pacifico.
Alessandra scrive:
Dovrebbe essere così, infatti. Però pensa che in Libano, ci sono zone dove, magari non topless, ma bikini (ho inmente una foto che ho postato un paio di volte) convivono APPARENTEMENTE in modo pacifico, nonchè direi schizofrenico.
Vero.
Ma l'ecologia dice che simili situazioni non possono durare moltissimo.
Da qualche decennio in Italia, convivono scoiattoli grigi e scoiattoli rossi.
Ma uno dei due è ecologicamente deswtinato purtroppo a sparire.
Posta un commento