venerdì 21 novembre 2008

OMICIDIO DI HINA. PADRE E COGNATI A CACCIA DI SCONTI


L’APPELLO. Al via il processo per 4 imputati.

Il papà difeso da Paola Savio il legale della Franzoni.

L’omicidio di Hina, la giovane ventenne pakistana uccisa dal padre, fu premeditato o si trattò di un delitto d’impeto? Sta in questa differenza la possibilità di uno sconto di pena per il padre della ragazza e per i due cognati condannati il 13 novembre 2007 in primo grado a 30 anni. L’assenza di premeditazione potrebbe consentire ai tre uno sconto di pena. L’assenza di premeditazione si tradurrebbe in meno anni di galera. Sarà sull’assenza di premeditazione che si articolerà, molto probabilmente, la difesa di Mohammed Saleem, il papà di Hina. Fino al ricorso in appello il padre di Hina è stato assistito dall’avvocato Alberto Bordone, ma questa mattina con l’avvio del processo d’appello, il genitore della vittima sarà assistito dall’avvocato torinese Paola Savio, il legale che ha assistito in appello Annamaria Franzoni, accusato di aver ucciso il figlio Samuele. In appello la Franzoni ha ottenuto uno sconto consistente: 16 anni contro i 30 inflitti in primo grado. In aula oltre al padre di Hina ci saranno i due cognati, Khalid e Zahid Mahmood e lo zio Muhannad Tariq, condannato a 2 anni e 8 mesi per la soppressione di cadavere. Il papà e i due cognati oggi si giocano i prossimi 29 anni di vita. Per il giudice di primo grado l’omicidio di Hina è premeditato, il padre aveva manifestato più volte l’intenzione di punire la figlia ribelle, che non si comportava da brava pakistana, beveva, fumava, stava con un ragazzo italiano (Giuseppe Tempini, parte civile nel processo di primo grado). Lo sapeva anche la madre che aveva messo in guardia la ragazza e l’aveva pregata di non vedere il padre mentre lei rientrava in Pakistan per l’estate. Un consiglio che la ragazza non ha seguito perchè l’11 agosto di due anni fa si recò nella casa familiare a Ponte Zanano. La trovarono il giorno successivo i carabinieri: era sepolta in giardino, la testa rivolta verso la Mecca, il corpo pieno di lividi e massacrato da 28 coltellate. Per il giudice di primo grado la ragazza venne attirata con l’inganno, i due cognati la tennero ferma, mentre il papà colpiva. Per il gup Silvia Milesi l’omicidio fu premeditato. Ora tocca ai giudici d’appello. Il 28 novembre la nuova sentenza. (Fonte: "Brescia Oggi")

21 commenti:

Anonimo ha detto...

Io sono senza parole ogni volta che ricordo la vicenda. Spero solo che Hina adesso sia in pace, lontana da chi non l'amava per quello che era. Spero sempre che queste cose non accadano mai più

Anonimo ha detto...

E Hina non è stato l'unico caso in Italia... . Mi auguro sinceramente che non si legittimino più delitti d'onore in Italia: perchè è questo che si farebbe se si concedessero le attenuanti per "impeto" d'ira al padre e ai cognati della ragazza.

Anonimo ha detto...

Premeditazione o non,29 anni sono già pochi,se adesso ne toglieranno altri sarà uno schifo.

Anonimo ha detto...

E' diffcile far capire quel che vorrei provare a dire,annoierei e sarei mal compreso, dico solo che, di quelle bestie, vorrei liberarmi al più presto, dunque mi esento,e sepro solo che non si inventino qualche tipo di attenunante etnica magari andando a rispulciare qualche nostra vecchia sentenza, dei tempi del delitto d'onore del codice Rocco, riadattandola.

Anonimo ha detto...

Questa storia è assurda e oggi quando ho sentito la notizia al tg sono rimasta a dir poco senza parole!!! E' assurdo ma come si può pensare che non c'è stata premeditazione!! meritano l'ergastolo a vita!!!

Anonimo ha detto...

Questi devono farsi tutta la galera che la prima sentenza ha decretato, tanto più che mi pare che il delitto sia stato più che preparato...Ciao a tutti.
Grandmere

Anonimo ha detto...

Benvenuta Napoletana e ovviamente anche Ely :)
Mi unisco senz'altro ai vostri auspici.

Anonimo ha detto...

Bè la difesa è un diritto fondamentale della persona(chiunque sia, anche Riina e Priebke..)quindi diritto di dire tutto ciò ciò che vogliono(compreso mentire, è previsto nel CPP)....poi bisogna vedere se funziona la giustizia: PM coraggiosi(nn sottomessi a volontà politiche, vedi Forleo De Magistris, Boccassini, Borrelli, Caselli)....
Cmq a proposisto ricordo che nostri militari in afganistan stanno difendendo il governo islamista di Karzai che condanna a morte chi si converte al cristianesimo!!!!lapida le adultere....con un sistema giudiziario a cui l'Italia collabora!!!!Come si fa a far rispettare i diritti fondamentali in Italia(come quello di vestirmi come cazzo mi pare,minigonna ,velo ecc)....quando gli stessi politici che la domenica vanno in Chiesa, si sperticano contro il relativismo....mandano i soldati a difendere l'indifendibile(Karzai)...quando abbiamo fatto tutto per abbattere la pur fragile rivoluzione del 73(socialista,filosovietica)...in cui le donnne stavano conquistando diritti...senza l'imposizione dall'estero: abbiamo armato i talebani...e ora ci lamentiamo che che ci sono i talebani...ps per chi vuole guardi RAMBO III...è la pura esaltazione delle Jihad!!!

Anonimo ha detto...

Benvenuto Cohiba. Loro hanno il diritto di difendersi (dato che questo diritto esiste...), ma il punto è che un tribunale italiano non deve avallare i delitti d'onore o comunque di una donna che vuole vivere, non dico vivere "all'occidentale", ma LIBERA!
Comunque cosa c'entra l'Afghanistan? Hina era di origine pakistana!
Quanto alla Forleo, per esempio... è coraggioso assolvere personaggi che PER CERTO mandavano uomini a farsi saltare in aria, magari contro i nostri soldati?
Non credo che sia corretto definire "islamista" il Governo di Karzai, ma certamente succede quello che hai ricordato tu (condanna di chi abbandona all'islam al cristianesimo, lapidazione delle adultere ecc.)e lo stesso Presidente afghano ha persino dichiarato che sarebbe stato disponibile a proteggere il Mullah Omar se avesse smesso col terrorismo (offerta che naturalmente il leader talebano ha rifiutato!).

Anonimo ha detto...

Che il governo afghano fosse filosovietico se lo è inventato l'Unione Sovietica per avere la scusa per invadere lo stato e sottoporlo a dieci anni di occupazione, di distruzione,d i massacri, di devastazioni che hanno pochi confronti nella storia. Ed è dalla necessaria e inevitabile e SACROSANTA resistenza a tale mostruosità che sono nati i talebani, non ribaltiamo la storia per piacere!

Anonimo ha detto...

La solita stupida regola secondo cui "il nemico del mio nemico deve essere mio amico" ha creato anche questi mostri.

Anonimo ha detto...

La Savio si fa un'altra bella pubblicità difendendo anche questi assassini. Gli avvocati sono fatti così: è il loro lavoro. Possono risultare odiosi, ma in uno stato di diritto servono.

Anonimo ha detto...

Esattamente. Se trovo su Internet l'intervista della Savio sul "Corriere" di oggi la posto.
Credo però ci sia un particolare che distingue Annamaria Franzoni da Mohamed Saleem, generi e cognato: loro hanno agito capaci di intendere e di volere, la Franzoni... boh.

Anonimo ha detto...

Qualunque imputato ha diritto alla difesa, certo, l'ha avuta anche Eichmann in Israele, ma un conto è garantirgli, con la presenza di persona esperta di diritto, che il processo si svolga secondo le regole e che i suoi diritti fondamentali vengano rispettati, altro è stravolgere i fatti, o ricorrere a cavilli per far sì che il nero appaia bianco e il bianco appaia nero, come - giusto per dire - tirar fuori che la vittima dello stupro in realtà la dà a tutti per cinquanta euro e che così è avvenuto anche con l'imputato.

Anonimo ha detto...

Dimenticavo: l'Afghanistan sta tentando, anche se la strada ancora da percorrere è immensa, di diventare una democrazia. Come tale ha un presidente eletto e un parlamento eletto. In TUTTE le democrazie, nel caso a qualcuno non fosse noto, chi fa le leggi è il parlamento, non il presidente. Questo per dire che con le leggi islamiche Karzai non ha niente a che fare, non ne ha la competenza e non ne porta responsabilità. Quello che è invece di sua competenza è la concessione della grazia, e mi risulta che nei casi di condanna a morte per apostasia finora emersi l'abbia sempre concessa. Ma per qualcuno i fatti, quando sono in contrasto con l'ideologia, sono nient'altro che fastidiosissime mosche da schiacciare con la paletta e buttare poi nella spazzatura.

Anonimo ha detto...

Infatti, Barbara.
Non ho idea se la grazia ai condannati per apostasia sia "sempre" stata concessa da Karzai, ma ricordo com'è finita la vicenda di Abdurrahman. Per il resto il povero giornalista accusato per apostasia per aver scritto che, se gli uomini possono avere più mogli, anche le donne possono avere più mariti, è sfuggito alla pena di morte, ma è stato condannato a 20 anni di galera... .
Detto questo no, non è vero che il Governo di Karzai è "islamista": semmai è in una situazione difficile.

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