martedì 17 novembre 2009

LA MOGLIE DI AHMADINEJAD A ROMA ED ALTRE PIU' O MENO DISCUTIBILI FIRST LADIES...

Davood Karimi : " La moglie del passdar terrorista Ahmadinejad a Roma: la ferma condanna della comunità iraniana

"L'associazione dei rifugiati politici iraniani residenti in Italia condanna fermamente la presenza della moglie del passdar terrorista Mahmoud Ahmadinejad a Roma. Il regime liberticido e terrorista dei mullah ha mandato a Roma in segno di oltraggio e disappunto alla comunità internazionale la moglie del presidente di un regime che ha represso in sangue e continua a reprimere le pacifiche manifestazioni del popolo iraniano per la libertà e la democrazia. La comunità iraniana chiede al governo italiano di espellere dal territotio italiano la moglie di Ahmadinejad prima possibile evitando il propagarsi delle propagande terroristiche iraniane in Italia e in Europa. Riteniano la presenza della moglie di Ahmadinejad in Italia un fatto gravissimo ed un errore politico da parte del governo del presidente Berlusconi. Chiediamo a tutte le organizzazioni e organismi per i diritti umani e in particolare alle organizzazioni che lottano per i diritti delle donne di condannare, nel nome di Neda Agha Soltani e Taraneh Moussavi, due simboli della resistenza delle donne iraniane, la presenza della moglie di Ahmadienjad chiedendone l'espulsione immediata. Di fronte alla violenza, alle brutalità e al terrorismo usate dal regime di Ahmadienjad nei confronti del popolo iraniano e della comunità internazionale occorre dimostrare fermezza e determinazione. Non va dimenticato che dietro la repressione in Iran e il terrorismo in Afghanista e in Iraq, dove morirono numerosi militari italiani, esiste la manus lungus del regime di Ahmadienjad di cui la moglie oggi passeggia tranquilamente nelle strade della città eterna e partecipa al secondo vertice delle first ladies del movimento dei Paesi non allineati organizzato quest'anno dalla moglie del presidente egiziano Husni Mubarak.

" Iran: Nirenstein, le donne iraniane sono con Neda "

Siamo al fianco dei dissidenti iraniani e di tutti quelli che manifestano contro la presenza a Roma e il discorso di Azam al Sadat Farahi, moglie del presidente iraniano Ahmadinejad. Per noi, come per tutti i democratici del mondo, il simbolo delle donne iraniane è Neda Agha Soltan, uccisa a 27anni a sangue freddo dalle forze del regime iraniano solo per aver portato in piazza il suo desiderio di libertà, la sua bellezza, la sua vitalità. Nedaera contro il regime che la signora Azam al Sadat Farahi venuta qui a rappresentare e a pubblicizzare. Sono certa che le donne iraniane sono ben più fiere di Neda che della signora Ahmadinejad. Personalmente non possiamo giudicarla, ma di lei il presidente iraniano dice che sia stata una delle sue grandi maestre. Ad oggi, risulta perfettamente congeniale al sistema ultrarepressivo di un Paese che penalizza in particolare le donne. http://www.fiammanirenstein.com/ e Le mogli dei dittatori ci fanno lezione sui diritti umani ?!? .

CORRIERE della SERA - Lorenzo Salvia : " Lady Ahmadinejad: ' Ascoltare le voci dei bimbi di Gaza' " (16/11)

ROMA — Le porte dell’ascensore vip si aprono sul cor­ridoio che porta alla sala verde della Fao. Azam Al Sadat Farahi, moglie del presidente iraniano Mahmoud Ahma­dinejad, non se ne è accorta. E sta ridendo, un’allegra ri­sata fuori dal severo protocollo che si è imposta per que­sto suo debutto internazionale. Si ricompone subito, si­stema il chador nero che lascia scoperti solo gli occhiali fumé. E raggiunge veloce il posto assegnato all’Islamic Republic of Iran. Il «First ladies summit» dei Paesi non allineati, alla vigilia del vertice Fao, è per lei il primo ap­puntamento pubblico oltre confine. Anche in Iran le sue apparizioni sono state rarissime. Ed è per questo che adesso la signora Ahmadinejad deve sopportare i flash che le scaricano addosso i fotografi di mezzo mondo.Qui si parla di povertà, di fame, di cosa possono fare le donne per curare queste ferite antiche. E quando la paro­la passa a lei — dieci minuti in farsi, seduta al suo posto in seconda fila — il brusio di fondo finalmente scompa­re: «Il nostro mondo è testimone di un chiaro esempio di insicurezza, dal punto di vista alimentare e sanitario, nel caso dell’assedio di Gaza. Queste persone innocenti sono vittime di un blocco che è contro tutte le regole internazionali». Il suo appello finale viene applaudito con moderazione: «Ci aspettiamo di vedere la fine imme­diata di questa grande oppressione», con la speranza che «l’incontro di oggi porti in tutto il mondo le voci delle donne e dei bambini di Gaza». A differenza di quanto ha fatto suo marito, più volte e in che modo, per Israele nemmeno una citazione. Ma pro­prio come il presidente, la signora sorvola sul rispetto dei diritti umani in casa propria e rivendica la via irania­na allo sviluppo perché la «politica dell’occupazione e del riarmo sono responsabili dell’imposizione della po­vertà in una larga sezione della popolazione ed in partico­lare delle donne».Alle altre delegazioni ha distribuito un libro che spie­ga la campagna del governo di Teheran per favorire l’al­lattamento al seno, con il part time a stipendio pieno e i congedi fino a 24 mesi. Una risposta all’Occidente dove «il femminismo ha allontanato le donne dalla famiglia». Fuori da questo palazzo blindato l’associazione degli ira­niani rifugiati in Italia giudica un «fatto gravissimo» la visita in Italia della signora: «È la moglie di un presiden­te di un regime che reprime nel sangue le pacifiche mani­festazioni per la libertà e la democrazia». Da lei nessun commento. Anzi, non è possibile nemmeno farle la do­manda.

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