mercoledì 30 settembre 2009

NO ALLE CORTI ISLAMICHE IN ITALIA. LA PROTESTA DI SOUAD SBAI


Giudici islamici per omicidi commessi da islamici. In Italia. È questa la richiesta provocatoria di una donna italiana, convertita all’Islam, lanciata durante Domenica 5 (non "Buona Domenica", come avevo scritto sotto, mi perdonino la D'Urso e Brachino!, ndr), il programma-contenitore della domenica pomeriggio su Canale 5, dove Claudio Brachino ospitava Daniela Santanchè e Souad Sbai, deputato del Pdl da sempre in prima linea per rivendicare i diritti delle donne islamiche.

Onorevole Sbai, cosa è successo in trasmissione?

«Sono sdegnata. Questa signora italiana convertita da anni all’Islam si è presentata in tv con il velo, copertissima e applauditissima dalle colleghe che ha portata con sé in studio. Si parlava dei terribili fatti di sangue legati all’intolleranza religiosa e lei ha dichiarato con freddezza che servirebbe una corte islamica per tutti i reati che coinvolgono l’Islam».

In Italia?

«Esattamente. A pari di quello che succede in Inghilterra dove le ragazze fino alla terza generazione si trovano a essere giudicare da giudici islamici».

Come sono le sentenze?

«Permissive e maschiliste. La donna vale la metà. Quando ci sono maltrattamenti e violenze, i giudici chiamano il marito e gli consigliano solo di fare più attenzione. È una cosa aberrante. Anche nell’eredità la donna ha diritto a un quarto dei beni».

Lei è sorpresa per la richiesta di un tribunale speciale?

«No, sono molto preoccupata. Questi estremisti piano piano avanzano con le loro richieste e li invitiamo pure nelle trasmissioni. Quella donna ha fatto una precisa proposta con una freddezza e lucidità inquietante. Lo ha fatto apposta. Oggi è toccato a lei, domani lo farà qualcun altro. Diventerà un’abitudine e a molti sembrerà normale istituire corti islamiche anche in Italia».

Ma non pensa che siano solo delle provocazioni?

«No, sono degli esaltati che pensano di avere terreno fertile attorno. Ma devono vergognarsi. Non hanno capito niente dell’Islam. Non ci servono convertiti che ci vengano a insegnare la cultura arabo-islamica e come dobbiamo vestirci. Quella donna e tanti come lei sono caduti nella rete delle sette e possono rimanerci dentro a vita».

Avverte un radicamento delle posizioni estremiste islamiche qui da noi?

«Otto italiani ogni giorno diventano musulmani, si convertono soprattutto all’islam radicale, dove ci sono imam che fanno il lavaggio del cervello ai nuovi arrivati. Le donne che sposano i marocchini diventano degli zerbini, non riescono a pensare, si vestono come nel medioevo. Anche gli uomini italiani che sposano donne arabe finiscono per diventare degli estremisti».

In Italia chi gli dà spazio?

«Li asseconda la solita sinistra buonista. Povera Italia. Noi, in buona fede, parliamo di regolarizzazione, di cittadinanza, e questi vogliono creare delle corti che invece tolgono la libertà della persona. Vanno avanti con le loro richieste mentre noi arretriamo: non abbiamo neppure ottenuto l’abolizione del foulard che vediamo indossare persino alle bambine arabe».

A che punto è la proposta di abolizione del burqa?

«Sarà discussa questa settimana in commissione Affari costituzionali. Spero si eliminato perché rappresenta l'annullamento della persona». (Fonte: Informazione Corretta, 28/9)
A riguardo: Islam: Confederazione Marocchina, no all'integralismo Leggi tutto... .
E a proposito di Inghilterra: link .
Invece in Belgio: link e in Olanda: link .
E una macabra chicca dall'Egitto: link . Poi: link, link . E purtroppo in Giordania: link .
Cosa si può fare per evitare che certe proposte estremiste trovino spazio?

«Io proporrò un disegno di legge in cui venga sancito che una corte islamica in Italia non sarà mai costituita. Non sia mai che qualcuno venga convinto da questi personaggi a mettere in cantiere una cosa così aberrante!».

Ma le corti islamiche valgono anche per gli omicidi?

«Certo. E quella donna ha detto in modo freddo che gli islamici devono essere giudicati da altri islamici. Questi esaltati avanzano. E diventeranno un problema per la società italiana».

Uno scenario inquietante.

«Molti di questi signori che farneticano anche in tv vengono cacciati dal loro paese di origine perché sono filo estremisti e alcuni filoterroristi. Arrivano in Italia e sono accolti a braccia aperte. Qualche amministrazione locale gli offre perfino dei soldi in nome della solidarietà e delle banche li sovvenzionano. Come mai? Da dove arrivano certe ingenti somme di denaro? Io invito qualcuno a indagare su certe situazioni».

11 commenti:

CloseTheDoor ha detto...

Anche in Francia ci sono stati degli imam che hanno lanciato fatwe ai magistrati francesi! anche se non sono a conoscenza di "casi" giudicati da corti parallele, mi sembra una cosa tipica delle societa' anglosassoni, dove ogni comunità vive in enclaves. Pero' mi pare impossibile che le persone che osano mettersi al posto di un giudice inglese non vengano incriminate.

Sulla Francia, documentario ARTE
http://www.bivouac-id.com/2008/12/10/video-quand-la-republique-se-voile-la-face-lemission-darte-qui-denonce-les-memes-choses-que-bivouac-id/

p.s. Ho cercato l'articolo in archvio ne "Il Giornale", ma non lo trovo, che cos'e' "Informazione corretta"?

p.p.s.: Alessandra, non so se ti va di postare il titolo nel blog, eventualmente ci possiamo contattare in privato, mi piacerebbe molto leggere la tua tesi.

Alessandra ha detto...

Pero' mi pare impossibile che le persone che osano mettersi al posto di un giudice inglese non vengano incriminate.

Eppure è una cosa che va avanti dagli Anni Ottanta, che io sappia.

Grazie per il video. Tra i miei "Preferiti" a destra, "Visita anche", c'è il sito "Informazionecorretta".

A posteriori sono sempre meno fiera della mia tesi di laurea... . Cmq la mia e-mail alebo80@gmail.com .

Anonimo ha detto...

La nostra Costituzione sancisce l' uguaglianza di tutti di fronte alla legge senza distinzione ecc. e in mezzo c'è "senza distinzione di religione" perciò penso che ci vorrebbe una riforma costituzionale per instaurare la charia (o sharia?
Grandmere)

Anonimo ha detto...

E' solo per farti sapere che ci sono, che ti leggo, Alessandra.
Di fronte a ciò che hai raccontato, sono senza parole.
Ma ci sono.
Un abbraccio.

Alessandra ha detto...

Grazie, Bianca. :-)

Alessandra ha detto...

Nessuna riforma costituzionale, Grandmere e meno che mai per quello... .

Mi sono dimenticata, Close, il titolo della mia tesi era "Donna e islam: la questione del velo".

CloseTheDoor ha detto...

! Che dire, Alessandra, sono andata a cercare in qualche giornale inglese ed effettivamente dal 2008 le corti islamiche sono diventate *ufficiali* in Gran Bretagna!

Se non capisco male cio e' avvenuto grazie all'"Arbitration Act", una legge, gia' in vigore da tempo negli USA e in Australia, che permette a due persone che si mettono d'accordo di accettare sentenze da un giudice arbitro, equivalente a un giudice di pace. I tribunali basati sulla sharia sono stati quindi incasellati come "arbitration tribunals".

Sembrerebbe proprio il modello anglosassone di "autarchia" di ogni comunita'. Mah!!!

Alessandra ha detto...

L' "Arbitration Act" del 1996, esatto e leggete qui: http://www.liberaliperisraele.ilcannocchiale.it/.../2291879.html .

CloseTheDoor ha detto...

Grazie del titolo Alessandra, ho trovato anche il tuo libro :-)

Alessandra ha detto...

Benissimo! :-)

Unknown ha detto...

Integrazionismo alla francese o multiculturalismo all'inglese, questo per anni è stato il dilemma sul modello che meglio coniugasse diritti e doveri degli immigrati.
Entrambi si sono mostrati lacunosi, e anche se non sono un sostenitore della tesi della conflittualità genetica dell'Islam, entrambi i modelli hanno avuto le prove più dure proprio con le comunità islamiche. Forse bisognerebbe studiare un nuovo modello, una via di mezzo tra i due o qualcosa di radicalmente diverso.