Roma — «La busta era infilata nel parabrezza della mia macchina, parcheggiata sotto casa, a Roma. Dentro c’erano due proiettili e questo foglio. Eccolo». Il foglio, scritto e stampato al computer, dice: «Nello Rega sei morto questi sono per te e subbito (sic) lo facciamo. Sei morto e vedrai la fine che farai tu perché Allah e Hezbollah hanno deciso di farti morire. I colpi Nello Rega sono per te perché dici bugie fai male a sciiti libanesi e scrivi contro sciiti... ». «La seconda busta è arrivata a casa di mia madre Antonietta, a Potenza. Due proiettili. Altre minacce, molto simili. E la fotocopia della copertina del libro » . Nello Rega, 43 anni Il libro si intitola Diversi e divisi. Diario di una convivenza con l’Islam. Nello Rega, 43 anni, inviato di Televideo, l’ha scritto per raccontare la storia d’amore durata tre anni con una donna sciita, Amira. «Un amore 'diviso', quello che si consuma tra un uomo e una donna 'diversi'. Distanti nel modo di comunicare, di baciare, di fare l’amore » è scritto nella quarta di copertina.
L’Occidente e l’Oriente hanno molto da insegnare l’uno all’altro, ma credo che all’Occidente vada riconosciuto il primato di diffusione di quei diritti che devono essere da tutti condivisi » . Non era la prima volta che Rega riceveva minacce. (Fonte: Souad Sbai,)
Un giorno che ero stato con una collega a San Lor enzo trovai un messaggio a casa: 'Ti abbiamo visto stamattina al Verano con la tua amica...'. Sono andato dai carabinieri. Ma il primo pm ha archiviato il caso, anche se i militari chiedevano un supplemento d’indagine. Poi per fortuna ho trovato un pm, Francesco Polino, che mi ha dato ascolto ». Il prefetto, vale a dire il Viminale, ha predisposto una tutela. Il caso è arrivato al pool antiterrorismo della capitale. Ma è sicuro, Rega, che Hezbollah c’entri davvero? «Non lo so. Sono convinto però che ne sia a conoscenza. Ho scoperto solo dopo che Amira aveva parenti legati all’organizzazione. Non accuso nessuno. Ma ho molta paura per la mia incolumità; perché questa sentenza di morte potrebbe essere eseguita anche da altri fondamentalisti che si ispirano agli stessi principi » .
La storia con Amira era cominciata nel 2005, in Libano, dove Rega seguiva le elezioni. «La sua famiglia aveva un albergo a Naqoura, al Sud, vicino al confine con Israele, dov’è schierata la missione Onu a guida italiana. All’inizio mi parve una donna del tutto occidentalizzata: a parte la carnagione un po’ più scura, poteva sembrare romana. Mi ha seguito in Italia. Ci amavamo. Parlavamo di matrimonio. Poi me l’hanno portata via. A Roma ha incontrato persone legate all’ambiente del fondamentalismo, che l’ha attratta a sé. All’improvviso mi ha lasciato. E io ho scritto la nostra storia, senza rancori, per raccontare il mio sentimento e la sofferenza di non poter vivere con lei». E ora? «Sono terrorizzato. Viaggio da solo, non mi sento realmente protetto. Ma nessun giornale ha raccontato sinora la mia vicenda.
Ho ricevuto la solidarietà dell’Usigrai (il sindacato della tv pubblica), dell’Ordine, della parlamentare marocchina Souad Sbai; e subito l’avvocato della sua associazione, Loredana Gemelli, è stata a sua volta minacciata. Ma non voglio tacere. Non voglio darla vinta a loro. Chiedo però allo Stato di non abbandonarmi, di proteggere la mia esistenza». Alle forze dell’ordine e alla magistratura spetta stabilire la gravità dell’allarme. Resta il fatto che c’è uno scrittore che riceve proiettili e minacce di morte da sedicenti fondamentalisti islamici per un libro, ha ottenuto una protezione per quanto forse insufficiente, eppure nessuno ne parla.
2 commenti:
Interessante questo libro,ci corro subito.
OT. Ho visto ora la tua nota rivoltami sul tuo post dei fidanzati frustati in Malaysia per aver avuto rapporti fuori dal matrimonio: quello del video era chiaramente un sedere e non ginocchia, pardon!
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