Diciamolo chiaramente: il ruolo della donna nell’Islam è un problema, nel senso che i musulmani tendono a non riconoscere la parità dei diritti. Tuttavia, le realtà sono molto variegate: in alcuni Paesi le donne sono abbastanza libere, lavorano, hanno una certa indipendenza e non sono costrette a portare il velo integrale, in altri invece sono segregate e costrette a portare il burqa. La questione delle donne islamiche in Italia è tornata recentemente alla ribalta sia per l’omicidio della ragazza di Pordenone, sia per l’episodio che ha visto protagonista Daniela Santanchè domenica a Milano. Non intendo qui riaprire la polemica sulle intenzioni del leader del movimento per l’Italia, se n’è già parlato abbastanza, ma soffermarmi su un altro aspetto. Secondo la Santanché, tocca a noi europei combattere una battaglia per liberare le donne islamiche dalla sottomissione a cui sono sottoposte dai clan maschili. Invoca “una Carta che tuteli i diritti delle islamiche e sancisca il rispetto dei nostri valori” e sostiene che le donne islamiche che vivono in Italia sono talmente terrorizzate da non aver il coraggio di ribellarsi; dunque “dobbiamo farlo noi per loro. Un giorno ci ringrazieranno“. Sia chiaro: la situazione di molte musulmane, soprattutto arabe o pakistane, è davvero angosciante. In passato ne ho incontrate alcune e il quadro che emerge è sconfortante, tuttavia è difficile capire, in mancanza di analisi sociologiche certe, quante siano davvero costrette a vivere nella sottomissione. Infatti, esistono casi di donne musulmane che in Italia sono quasi emancipate, con famiglie integrate, che pur rispettando i precetti dell’Islam non rifiuta la modernità, nè lo stile di vita occidentale. Inoltre, c’è chi pensa che proprio il contatto con la nostra società finirà, nel corso degli anni, per rompere le resistenze e le tradizioni. Daniela Santanchè pensa invece che il problema sia grave, esteso e che possa essere risolto solo se l’Occidente imporrà le proprie regole lanciando “una battaglia per la civiltà“, non per cacciare tutti i musulmani, ma per aiutare le donne islamiche a vivere una vita degna; dunque con finalità che potrebbero essere condivise addirittura dalla sinistra. (Fonte: "Legno Storto", da Kritikon, 22/9)
lunedì 28 settembre 2009
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25 commenti:
Non si può pensare che un cambiamento avvenga spontaneamente, altrimenti ad esempio in Inghilterra questo sarebbe già avvenuto, invece la separazione tra i diversi stili di vita tende sempre più ad aumentare ed invece di un'integrazione ci si avvia verso una separazione in casa. Un cambiamento spontaneo avviene col tempo all'interno delle società mediamente stabili ma quando la società è continuamente mutevole con l'afflusso migratorio questo è impossibile, perchè la tendenza dei nuovi ingressi è, naturalmente, mantenere la propria struttura ed obblighi sociali di origine e chiudersi in sé stessi.
Per questo il rispetto delle leggi diventa fondamentale, nel caso specifico la parità uomo-donna, non solo per un discorso di dovere sociale ma anche perchè diventa un momento di conoscenza per chi non le ha mai conosciute, in fondo tutte le leggi hanno questo doppio aspetto sia impositivo che educativo.
Io sono molto parsimonioso ad usare termini tipo battaglia o scontro perchè danno luogo ad equivoci ed immettono un fattore emotivo, ma bisogna parlare comunque di difesa del diritto, cioè è vero che la situazione si sta aggravando e quindi è necessario un impegno e lo si fa non per creare sofferenze ma per mantenere un benessere, che non può essere riservato ai soli italiani ma che deve essere garantito anche per gli immigrati, per un principio di diritti universali ed uguaglianza.
La carta dei diritti delle islamiche la trovo superflua e forse dannosa, perchè la nostra Costituzione indica già la strada: uno si impegna per evitare la separazione nel quotidiano e si introducono poi dei presunti diritti paralleli? penso sia un controsenso.
Che tocchi a noi iniziare questo processo è palese (se l'avessero voluto già questo sarebbe avvenuto nei paesi di origine dell'immigrazione, ma se questo non è avvenuto certo non c'è alcuna voglia di farlo in un paese straniero) ed il problema è proprio questo, molti italiani anche in buona fede, per mancanza di conoscenza, per svogliatezza o per mancanza di lungimiranza, preferiscono la separazione, la ghettizzazione, l'apartheid all'impegno verso l'integrazione, perchè questo costa tempo e fatica.
mi permetto di dissentire...
gli italiani non ghettizzano alcunchè.
sono gli islamici che si ghettizzano da soli, loro soni i "puri", loro.
x primo capo.
Beh, io mi riferivo ad alcune scelte, o meglio non scelte, di molte amministrazioni locali che hanno permesso la creazione di zone dove l'afflusso di immigrati è stato tenuto fuori controllo, per poi, dopo, rendersi conto che c'era un problema.
Ma mi riferivo anche a tutti i fautori del multietnico o del melting pot, che non hanno mai voluto ideologicamente affrontare con serietà il problema immigrazione, in particolare penso all'esempio inglese, però anche a tutti i politici italiani favorevoli a quel sistema, che ho sempre pensato fosse l'anticamera dell'apartheid.
Poi certo, l'isolamento è anche dovuto ad un auto-isolamento, che ha nella componente religiosa una grossa causa.
Di solito non mi piace ciò che dice la Santanchè: sono dichiaratamente di sinistra (anche se da quella in Parlamento non mi sento più rappresentata) però cerco sempre di mantenere un mio giudizio personale ed indipendente. E' un fatto che le donne nell'Islam sono vittime di soprusi e comunque non godono dei diritti umani. E' di questi giorni la notizia che due ragazze marocchine sono ricercate per aver organizzato tramite facebook un pi-nic di giorno in pieno ramadan
Benvenuta Silvia e grazie dell'info.
Ciao Ale, le due ragazze marocchine Zineb e Ibtissam (una giornalista, l'altra pedopsichiatra) sono state convocate per un interrogatorio insieme ad altri membri del gruppo, sono state rilasciate senza conseguenze giudiziarie,
perchè non hanno consumato la merenda, per cui non hanno infranto la legge a me no che non si vogliano processare le intenzioni.
Questo è il messaggio ufficiale del gruppo MALI
Se volete potete sostenerli su facebook.
Nos deux militantes Zineb El Rhazoui et Ibtissame Lachgar sont sorties du commissariat ce soir du vendredi 25 Septembre à 20h. Il n'y aura pas de poursuite judiciaire.
Ce dénouement (logique!!) confirme la victoire de tous ceux qui ont lutté et qui luttent toujours pour les libertés individuelles au Maroc.
Un grand merci à tous ceux qui nous ont soutenu. La lutte continue, rien n'est gagné. Place au débat d'idées et aux actions pour concrétiser nos revendications.
MALI
inc@
I problemi secondo me sono tanti e diversi, e anche la stampa tende a mischiarli. Si tende a mischiare la questione della sicurezza e quella dell'autodeterminazione femminile. Una donna puo' scegliere di velarsi, esattamente come decide di diventare suora di clausura, e io legislatore difficilmente posso stabilire a priori chi e' plagiato e chi no. Invece posso, anzi devo, punire chi attenta alla sicurezza altrui, e chi costringe una donna a velarsi. Poi, la psicologia del migrante. Come dicevo, mi e' capitato diverse volte di incontrare degli italiani all'estero di 2^, 3^ generazione che applicavano dei principi morali che erano correnti nell'Italia degli anni '50, per paura di perdere la propria identita'.
Il tutto condito dalla malafede di alcuni "barbuti" da una parte, e dall'isteria occidentale post-attentati dall'altra.
Comunque, resto dell'opinione che nella Sicilia di oggi una donna possa decidere di denunciare il suo aggressore e non sposarlo, come avveniva 50 anni fa, perche' le donne siciliane sono state coinvolte in una riflessione collettiva, e nessuno si e' mai sognato di manifestare "contro i Siciliani" (che e' la trappola della. Non e' un caso che in Francia la legge del 2004 che ha escluso il velo dalle scuole ha avuto un grande consenso, e anche sul velo integrale si sta DISCUTENDO pubblicamente.
"che e' la trappola della" manifestazione inscenata dalla Santanche'.
ma piantala cretina.
non saranno le femmiste come te a salvare nessuna.
voi le lasciate crepare, tanto è sempre colpa dei maschi bianchi...
a proposito o no, ecco un'altra genialata...
http://scettico72.splinder.com/post/21405042
considerando anche le fatwe contro la masturbazione femminile, è abbastanza evidente che gli islamici pensano solo ed esclusivamente a reprimere il sesso femminile
Grazie, Inca! Comunque già il fatto che siano state arrestate.... .
Close, nel caso del burqa/niqab CI SONO questi due aspetti: sicurezza e dell'autodeterminazione femminile, anche se vedo ancora più urgente il secondo. Io stessa sono rimasta stupita dei crimini che si possono compiere, celandosi dietro un velo integrale. Il problema esiste, non è che la stampa li mischi. Sono d'accordo che sia difficile stabilire chi sia plagiata e chi no, ma mi sembra più facile stabilirlo nel caso del velo integrale. Anche se una decide di portarlo, lo fa pechè è fanatica: purtroppo ci sono anche le donne musulmane fanatiche! Sembra un controsenso, ma... . E non parlo solo di IMMIGRATE, straniere, ma anche di CONVERTITE all'islam italiane, occidentali, come quella che l'altro ieri a "Buona Domenica" ha auspicato TRIBUNALI ISLAMICI per giudicare i padri assassini di Hina e Sanaa!
La stessa Santanchè non manifesta contro "i musulmani": o le donne che vengono picchiate, segregate, UCCISE, costrette a portare il velo più o meno integrale, NON SONO MUSULMANE?! Non cadere tu in una trappola!
Che ci siano immigrati italiani che si comportano come 50 anni fa perchè hanno paura di perdere la propria identità non cambia assolutamente niente. Quanto alle donne che in Sicilia oggi possono denunciare l'aggressore e non sposarlo "come 50 anni fa"... non ho capito cosa vuoi dire. Cinquant'anni fa non mi risulta potessero rifiutare il matrimonio riparatore: la prima IN ITALIA è stata Franca Viola nel '65 e in seguito la sua famiglia è stata oggetto di intimidazioni, il padre minacciato di morte, la vigna di famiglia rasa al suolo, il casolare annesso bruciato.
Capo, gli epiteti... .
Ciao Alle , non hanno arrestato nessuno.
inc@
Ops... . Scusa, ho letto velocemente io: già il fatto che siano state convocate per l'interrogatorio... .
Alessandra, vediamo se riesco a spiegarmi:
"Cinquant'anni fa non mi risulta potessero rifiutare il matrimonio riparatore: la prima IN ITALIA è stata Franca Viola nel '65 e in seguito la sua famiglia è stata oggetto di intimidazioni, il padre minacciato di morte, la vigna di famiglia rasa al suolo, il casolare annesso bruciato."
esattamente: chi aveva il coraggio di rifiutare il costume corrente, basato sull'onore, in Sicilia rischiava la casa, se non la vita.
Se ne hai voglia, guarda questo documentario: http://www.correvalanno.rai.it/category/0,1067207,1067048-1086146,00.html Circa ai minuti 20' intervistano delle donne siciliane: sono completamente solidali con i loro uomini, capaci di uccidere la moglie o la figlia per onore, una cosa che nel resto d'Italia poteva fare ribrezzo, perche' "nessuno tiene all'onore piu' dei Siciliani". Chi non era coerente con questo comportamento evidentemente non era un (vero) Siciliano. Chiamalo plagio, fanatismo, ma questa era l'Italia 30 anni fa.
Gli immigrati di oggi seguono lo stesso meccanismo psicologico: chi non tiene all'onore non e' musulmano (come in Canada, chi lascia lavorare sua moglie "non e' italiano": chissa' che tentazioni puo' avere una donna sul posto di lavoro!). Quello che voglio dire e' che non serve, anzi e' controproducente, attaccare i musulmani in quanto comunita', perche' si va proprio ad esasperare questa identificazione, che non funziona per tutti: ho conosciuto degli italo-canadesi perfettamente assimilati, e degli italo-marocchini ecc. a cui il fanatismo islamico fa ribrezzo.
Quando dici che non bisogna generalizzare, sono d'accordo, perche' e' una cosa che aiuta solo i guerrafondai. La legge del 2004 che ha eliminato il velo dalle scuole francesi ha avuto l'appoggio delle associazioni di donne musulmane, per dire.
Scusa, il link al video e' qui
http://video.yahoo.com/watch/2793521/8104367
Grazie, del video, Close e prima di fare i primi della classe, forse noi italiani dovremmo pensare che certe cose in un recente passato, accadevano anche da noi, ok. Però questo non cambia che si tratti, in generale, di PASSATO. Poi ricordo una mia amica che mi raccontava che, se si metteva la minigonna, il fratello dell'ex fidanzato siciliano diceva che si vestiva come un prostituta. La ragazza che veniva a fare le pulizie in casa nostra era calabrese, è andata via di casa con il ragazzo di cui era innamorata e il padre non le parlava più. Però, basta relativizzare!!!!! Sono capacissima anch'io, eh! Però questo fa male alle donne arabe e/o musulmane. Non è colpa mia se non sono nè araba, nè musulmana, ma ho deciso di fare un blog che le riguardi!!!!
Alessandra, ma io non voglio relativizzare!!!!!!!!!!!
Ho solo paura che la 'battaglia' per l'autoderterminazione femminile prenda una piega 'etnica', che non farebbe bene a nessuno, men che meno alle donne musulmane.
Ma anche non far niente, può portare a una piega etnica... . Se rileggi molti miei commenti passati sul blog su certi temi ero come minimo blanda, a volte ambigua, contraddittoria e confusa: per esempio per me una/a ha il ditto di vestirsi come vuole, perchè in Occidente, gli/le occidentali, oggi, si vestono come vogliono! Non mi è piaciuta un'affermazione della Santanchè secondo cui "la nostra cultura è superiore": da "cultura", il prossimo passo potrebbe essere RAZZA !!!! Capisco le obiezioni di certi musulmani e soprattutto CERTE MUSULMANE che rinfacciano all'Occidente di fossilizzarsi solo sul velo oppure sul burqa senza guardare il resto. Sotto un hijab, un niqab, un burqa c'è sempre una PERSONA e di solito una donna (non sempre, vedi discorso sicurezza!!!!). Inoltre sotto un velo più o meno integrale spesso si celano violenze, drammi, tragedie, ma anche per questo bisogna andare "oltre il velo". Ho fatto 300 pagine di tesi di laurea spiegando perchè ero contraria alla legge francese del 2004 su veri o presunti "simboli religiosi": temevo che questo ghettizzasse ancora di più le donne musulmane e in realtà mi sembra più importante che una studi o lavori, piuttosto che quello che ha sulla testa! Il contatto con gli altri potrebbe portarla a svelarsi e ad aprirsi, proprio come sottolinea l'articolo che ho postato. E l'ho postato perchè anch'io mi chiedo che diritto abbiamo, noi occidentali, di "emancipare" le donne musulmane. E'DIFFICILE sapere se la donna velata che passa per strada lo è per scelta o no e comunque, credo che anche parlandoci un po', non sia così scontato che ti venga a dire: "Sono costretta a portare il velo". Tuttavia se una decide di condurre una battaglia per i diritti delle donne arabe e/o musulmane, non si può che sostenerla a livello di PRINCIPIO e soprattutto se questa battaglia è condivisa da altre musulmane. Tu stessa mi hai ricordato che ci sono state musulmane favorevoli la legge francese "su velo", "Ni putes ni sumises" e Fadèla Amara, sono favorevoli al divieto "del burqa".
PS. Sulle Siciliane avevo capito dicessi che 50 anni fa potevano scegliere di non sposare l'aggressore, ma sono state coinvolte in una riflessione collettiva! Era contraddittorio.
ale, scusami tanto, ma la cretina ce l'ha con la santachè in quanto "fimmina de destra" (il che è dire come "bottana industriale").
allora, a me non me me fregherebbe niente se il più grande attivista contro la pedofilia fosse un tipo alla pecorinia scanio, purchè facesse qualcosa sul serio...
e invece no!
la cretina discrimina "è fascista! non è buona! non è neanche una donna!"
E comunque i "musulmani" non sono un'etnia!
E vero, Capo. Però credo si possa a contestare senza insultare... in casa d'altri. Scusami, condivido la tua critica a Close, ma non il minimo insulto.
Altra cosa sul velo, visto che ne ho parlato: pochissime ragazze musulmane hanno smesso di andare a scuola dopo la legge francese sul velo ed è stata una sorpresa anche per me. La maggioranza si è adeguata e ha capito che era più importante la scuola, che un velo che non protegge dalle "molestie", non garantisce la modestia (anzi, ci sono ragazze e donne velate che sono assolutamente dei palloni gonfiati, come qualche convertita che si è vista in tv in questi giorni!). Ci sono notoriamente Paesi islamici che o per le legge o per discrezione dei singoli istituti, li vietano nei luoghi pubblici perchè sono indice di fanatismo!
ale, hai ragione...
ma la cretina, da vera demmogratica, ha così paura delle opinioni altrui che nel suo buco censura regolarmente e banna chi "non è conforme"...
questo mi fa automaticamente innervosire .
L'unica cosa sensata l'ha detta la signora che ha segnalato il gruppo MALI per un eventuale supporto. Per il resto mi chiedo: stiamo parlando di emancipazione o facendo un processo all'islam? Perché se è così il gioco non mi piace. Lo scontro di civiltà è pretestuoso e non ha basi storiche. E diffido di obiettarmi che sono sbilanciata dal momento che ho lo stesso atteggiamento di rispetto nei confronti del cristianesimo, dell'ebraismo e delle alre religioni. La provocazione iniziale era interessante. Ma se tutte le volte si finisce a dire le stesse cose, pro o contro islam ci incartiamo in una situazione grottesca e in discorso fine a se stesso privo di qualsiasi utlità. Peccato un'altra buona occasione persa.
Scusate se mi immisschio. In qualità di musulmana, io dico la mia : nessuno vi ha chiesto niente. Non avete nessun DIRITTO di immischiarvi nella vita di qualunque persona se non ve lo chiede di sua volontà . l'Islam è una religione bellissima , e cosa c'è di male di coprirsi con un velo ? Quando voi , girate seminude e non diciamo niente? Dio ci ha dato un corpo : noi lo proteggiamo , lo curiamo , lo amiamo. Sottomissione all'uomo ? Ah ah. Da quando rispetto significa sottomissione ? Dio ci ha dato l'uomo , è più forte , e è suo dovere difenderci e aiutarci , è male ascoltarlo? Avete , voi che volete "salvare la donna musulmana" mai letto il Sacro Corano? Sapreste dirmi come Maometto (pbsl) trattava le sue donne ? Come pietre preziose ! Allora tacere , voi che non sapete.
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