martedì 18 agosto 2009

A IMMAGINE E SOMIGLIANZA DEL MALE

È molto tempo, da quando ero in Palestina, che tengo questa foto sul desktop: non l’ho mai tolta, non l’ho mai spostata, non l’ho mai commentata, l’ho sempre tenuta lì. Non ricordo neanche più dove l’avevo trovata, a suo tempo: immagino sia presa in una capitale europea, direi Londra. Forse ai tempi della guerra a Gaza.Più la guardo e più mi viene in mente che questa sia, per mille motivi, la raffigurazione del male. Loro malgrado, malgrado le persone ritratte nella foto: sono tanto restio a usare formule arroganti come “non sanno quello che fanno”, ma in questo caso mi sembra proprio di dovermi permettere quella quantità di presunzione.



La scritta recita: “gli ebrei non hanno imparato (la lezione): hanno bisogno della [svastica] più di prima”. Ci sono così tanti elementi da cui essere agghiacciati, in questa immagine, che non è la scritta stessa il fattore più terrificante, ma l’insieme inscindibile del tutto. C’è quella donna, probabilmente la madre della bambina, tanto velata, a cui non è permesso di mostrare neppure il naso. C’è quell’uomo, lì dietro, che va verso casa con la spesa, quasi a dare alla situazione un tocco di normalità. C’è lo zelo precisionista, con cui chi ha disegnato il cartello ha aggiunto le tre frecce, probabilmente a scritta ultimata. C’è l’uso di una bambina così piccola in una manifestazione di tale disprezzo. C’è la mano che fotografa, una fra le tante, lo “spettacolo”. C’è il disprezzo con cui è stata calcata la parola “they”, loro. Ma la cosa più feroce è l’abbigliamento di quella bimba, come – attraverso quegli stracci – le venga inculcato il suo ruolo di femmina inferiore, sin dalla sua tanto vicina venuta al mondo: io non so fare distinzioni di sorta nel ribrezzo scaturente da quella educazione. L’instillazione dell’antisemitismo e l’inculamento di quell’ordinamento religioso e patriarcale sono tutt’uno. C’è qualcuno che, armato di bisturi, sarebbe in grado di censurare l’antisemitismo senza nutrire sdegno per la “culturale” costipazione di quelle donne? (Fonte: Distanti Saluti )

10 commenti:

Stefano. ha detto...

Schiave striscianti nella bava ideologica dei loro maschi, in attesa di andare a lavare i piedi alle 72 vergini.

primo capo ha detto...

chi augura l'olocausto agli altri, si pone nella condizione di subirlo.
è una constatazione.

barbara ha detto...

senza parole

matteodigiovanni ha detto...

finis democratiae! aveva ragione Hobbes; la dea ragione è morta per implosione, encefalite post-romantica, emotica, ideologica-idolatrica; la passione cieca travolge l'intelletto. Meglio il Leviatano

Alessandra ha detto...

:-) Benvenuto, Matteo.
E sempre a proposito di Hobbes, purtroppo in questo caso non si tratta solo di homo homini lupus in senso stretto: qua ci sono donne e soprattutto BAMBINE che vengono addestrate a fare le lupe... .

Anonimo ha detto...

Le società arabe sono false e misogine....violano le donne ma riescono anche a strumentalizzarle.
Inculcano nelle loro menti la sottomissione all'uomo e alla religione, ove la religione si confonde con la vita sociale e chiede la sottomissione dell'uomo a Dio non esiste liberatà...il Corano istiga al razzismo..noi siamo Kafir..ovvero infedeli anche se poi nello stesso Corano si professa il rispetto per le genti del libro, che siamo noi cristiani ed ebrei. Questo è razzismo e anche ipocrisia.
lorena

Stefano. ha detto...

Carl Gustav Jung:
Li aveva osservati ed aveva dedotto che non sono in grado di sviluppare un ragionamento come intendiamo noi occidentali.
E' l'unica loro scusante.
Stefano.

Alessandra ha detto...

E mi sa tanto che noi dobbiamo rassegnarci, arrenderci all'evidenza... .

Setif ha detto...

Mettere un cartello del genere in mano ad un bambino è un'atto scellerato, che si commenta da solo e non lascia spazio a molta speranza per il futuro.
Non ci sono motiviazioni che possano giustificare la strumentalizzazione dei bambini, è un segno della civiltà (assente) di chi gli permette di fare queste cose, i genitori i questo caso.
Inoltre continuo a non capire come possano le donne islamiche scendere in piazza per manifestare.
Sarebbe più opportuno se scendessero in piazza gli uomini, ma fa molto più rumore una donna velata che batte i piedi che un uomo..... le regole della pubblicità occidentale li condizionano e li cambiano e non se ne accorgono.

Alessandra ha detto...

Più che altro tutte le donne islamiche dovrebbero manifestare, pestare i piedi per ben altro.