Sophie è francese o algerina musulmana?
Dal marzo 2005 e la morte accidentale di sua moglie, Jacques Scharbook non ha più rivisto sua figlia, nata a Seyne e di nazionalità francese. La nonna materna ha rifiutato di affidarla a suo genero dopo i funerali di Farah, la madre di Sophie. Da allora, la bimba vive nascosta in Algeria, mentre suo padre conduce una lunga lotta.Una lotta giudiziaria, che ha vinto (la corte suprema algerina, equivalente alla Corte di Cassazione, ha dato a Jacques Scharbook la custodia di Sophie), ma anche una lotta politica ancora più difficile. L'Eliseo gli ha più volte manifestato il suo sostegno, e Rachida Dati e Nicolas Sarkozy hanno scritto al presidente algerino M.Bouteflika di questa storia. Senza risultato, o quasi.
Questa questione è determinante per Jacques Scharbook, dato la giustizia algerina tra le sue mani il futuro di Sophie. Se la giustizia algerina riconosce che Sophie è francese, Jacques Scharbook potrà infine ritrovare sua figlia e portarla in Francia. Ma se questa giustizia decide che Sophie è algerina, e di conseguenza musulmana, la piccola non sarà affidata a suo padre ma cresciuta e educata dalla famiglia materna, dei musulmani oranesi. Un ultimo problema in questa situazione fa apparire un padre biologico algerino, cosa che rischia di portare il colpo di grazia a Jacques Scharbook, che teme di perdere per sempre sua figlia, rivendicata come musulmana dalla sua famiglia materna.
Ricordiamo i fatti, versione di Jacques Scharbook
Il Sig. Scharbook si è stabilito nel 1984 a Arzew vicino a Oran, la grande metropoli dell'Ovest algerino. Vi diventa concessionario di automezzi pesanti e si sposa con un' algerina, Farah Belhoucine, secondo il rito musulmano, precisa, - e Sophie nasce nel dicembre 2001 a Seyne-sur-mer nei pressi di Toulon, nel Sud della Francia. La bambina "possiede soltanto la nazionalità francese, non è algerina", insiste suo padre.
Farah muore quattro anni più tardi in un incidente d'automobile vicino a Oran e Jacques Scharbook affida sua figlia alla suocera il tempo dei funerali. "Non l'ho più rivista da allora", dice. Avvia una procedura: un tribunale algerino ordina la restituzione del bambino a suo padre, una sentenza confermata in appello quindi dalla Corte suprema di Algeri nel febbraio 2008. Da allora, "mi sono rivolto ai servizi di polizia per fare applicare la decisione della Corte, senza risultato fino ad oggi", afferma.
Dà l'allarme anche al suo governo: Michèle Alliot-Marie, allora ministro dell'interno, François Fillon, il primo ministro, che in occasione delle loro visite in Algeria in maggio e giugno 2008 rispettivamente, affronteranno il caso di Sophie con i loro omologhi algerini, precisa il sig. Scharbook.
L'8 dicembre 2008, Sarkozy, che ha effettuato nel dicembre 2007 una visita ufficiale in Algeria, lo riceve e gli afferma che ha scritto due volte al presidente Abdelaziz Bouteflika. "Sarkozy ha promesso di occuparsi personalmente del caso di Sophie", dice.
Riceve un'ultima lettera, datata 2 febbraio 2009 e che l'AFP ha potuto consultare, del gabinetto della presidenza francese che gli segnala che Sarkozy "contatterà il ministro algerino dell'interno (Yazid Zerhouni) appena le circostanze lo permetteranno".
Ma Jacques Scharbook ignora ancora dove si trova sua figlia. "Questa situazione è seguita con la più grande attenzione in Francia ed in Algeria", spiega all'AFP il consolato generale di Francia a Algeri, aggiungendo che il caso di Sophie Scharbook è "assolutamente particolare poiché, contrariamente agli altri affari, la piccola Sophie non è franco-algerina ma francese".
Il 15 marzo 2009, la polizia algerina trova la piccola Sophie a Oran, dalla nonna materna. Sophie è allora tolta alla famiglia materna, e dei membri di questa sono stati anche fermati e messi sotto controllo giudiziario.
La situazione si complica
Il governo algerino si sarebbe allora impegnato a restituire Sophie a suo padre subito dopo le elezioni presidenziali. La piccola avrebbe dovuto dunque ritrovare suo padre il 10 aprile. Ma, Jacques Scharbook non ha ancora rivisto sua figlia. Rischia anche di non rivederla mai più. Infatti, le autorità algerine affermano avere proceduto a prove DNA i cui risultati rivelerebbero che Jacques Scharbook non è il padre biologico di Sophie. Il genitore, secondo queste prove, sarebbe nominato Y. Mohamed, che non è altro che l'ex-marito di Farah Scharbook.
Un duro colpo per Jacques Scharbook che apprende che il 3 maggio ci sarà alla corte di Oran un'udienza per l'identificazione del padre biologico, "affinché giustizia sia fatta'', gli dicono.
Un duro colpo per Jacques Scharbook che apprende che il 3 maggio ci sarà alla corte di Oran un'udienza per l'identificazione del padre biologico, "affinché giustizia sia fatta'', gli dicono.
La versione della famiglia algerina
Secondo la zia della bimba, il padre biologico è sempre stato in contatto con sua figlia: "Y. Mohamed veniva a trovarla spesso da mia madre, usciva con lei ed avevano tutti e due dei grandi momenti di complicità. In poche parole, si comportava come un vero padre affettuoso. Possiamo sostenere questi fatti, poiché abbiamo molte fotografie di famiglia che lo provano". La defunta Farah , la madre di Sophie, ha conosciuto grandi sofferenze nella sua vita, secondo la testimonianza di sua sorella. "Ha divorziato da Y. Mohamed. mentre era incinta di tre mesi. Poi, ha sposato il francese tre mesi dopo". Il 10 dicembre 2001, Sophie nasce nel Var, in Francia. A partire da questo momento, la vita di Sarah oscilla. "Mia sorella ha scoperto che suo marito aveva falsificato l'estratto di nascita. Infatti, Sophie era registrata come francese". Un'iniziativa che la madre ha preso tanto male che ha deciso di rientrare in Algeria per stabilirsi da nostra madre e chiedere il divorzio, ma "il divorzio le era vietato poiché era un matrimonio non valido in Algeria". (Fonte:
Nel corso di questi anni, Jacques Scharbook era rimasto in Francia, fino alla morte di sua moglie in un incidente stradale nel marzo 2005. Dopo quest'episodio tragico che rattrista la famiglia B., una guerra si è aperta tra il padre biologico e Jacques Scharbook. La zia confida: "Dal 2005 fino ad oggi, Y. Mohamed è in giudizio con il francese, per avere la custodia della piccola. È una lunga battaglia tra le due parti. È tuttavia il diritto più assoluto per un padre di ottenere la custodia della sua bambina". A 58 anni, Jacques Scharbook è vedovo e non ha avuto figli. "Vuole prenderci la nostra bambina, Sophie è nostra, è un' algerina. Deve restare presso i suoi, è una musulmana", richiede la sua zia materna.
La famiglia di Sophie, la parte materna, si è a lungo battuta per recuperare la bambina, lanciando l'allarme all'opinione pubblica. "Attraverso una rete televisiva religiosa, abbiamo contattato El-Karadaoui. Dovrà fare uno viaggio in Algeria per perorare la nostra causa. Siamo musulmani, e la nostra bambina deve esserlo". D'altra parte, le autorità francesi avrebbero preso contatto con la famiglia materna di Sophie ed avrebbero riconosciuto che "i risultati delle prove DNA sono un ostacolo per il sig. Scharbook". In base alla giustizia francese, la corte di Stato di Strasburgo ha richiesto alla famiglia "di raccogliere tutti i documenti che provano le origini della bambina, per difenderla nel caso in cui il caso fosse trattato in Francia", afferma la zia. In Algeria, una quindicina di avvocati si sono proposti di difendere il padre biologico di Sophie. "Siamo fortunati, si sono proposti di farlo presso il dott. Benbraham, cosa che rafforza le nostre possibilità di vincere".
La famiglia di Sophie, la parte materna, si è a lungo battuta per recuperare la bambina, lanciando l'allarme all'opinione pubblica. "Attraverso una rete televisiva religiosa, abbiamo contattato El-Karadaoui. Dovrà fare uno viaggio in Algeria per perorare la nostra causa. Siamo musulmani, e la nostra bambina deve esserlo". D'altra parte, le autorità francesi avrebbero preso contatto con la famiglia materna di Sophie ed avrebbero riconosciuto che "i risultati delle prove DNA sono un ostacolo per il sig. Scharbook". In base alla giustizia francese, la corte di Stato di Strasburgo ha richiesto alla famiglia "di raccogliere tutti i documenti che provano le origini della bambina, per difenderla nel caso in cui il caso fosse trattato in Francia", afferma la zia. In Algeria, una quindicina di avvocati si sono proposti di difendere il padre biologico di Sophie. "Siamo fortunati, si sono proposti di farlo presso il dott. Benbraham, cosa che rafforza le nostre possibilità di vincere".
2 commenti:
che famiglia di zoccole!
lo credo bene che la madre volesse scappare da loro!
Senti, per una volta sono daccordo con te in toto!!
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