venerdì 13 giugno 2008

MEDAGLIA PER LA LIBERTA' "ROGER BALDWIN" 2008 CONFERITA ALL' ATTIVISTA SOMALA PER I DIRITTI DELLE DONNE HAWA ADEN MOHAMED

"Sono stata chiamata strega e accusata di prendere idee straniere, di sviare le ragazze dalla loro religione e farle passare ai ragazzi. Siamo stati definiti traditori della cultura somala e della religione islamica. Ci sono state lanciate pietre,abbiamo avuto la macchina distrutta durante i primi due anni e parte delle nostre parole sono state respinte da residenti locali arrabbiati.
Il nostro impegno, perseveranza e la nostra capacità di ripresa hanno prodotto risultati sociali in termini di buona volontà della comunità e adesso siamo felici. Di solito mi chiamavano "STREGA", prima, adesso mi chiamano "ZIA".

Questo è uno stralcio del discorso tenuto da Hawa Aden Mohamed in occasione della consegna della Medaglia per la Libertà "Roger Baldwin", per la quale è stata ospitata dall'Associazione Human Rights First dall'1 al 13 maggio (giorno del "Roger Baldwin", che prende il nome di uno dei fondatori dell' "Unione Americana per le Libertà Civili"). Quel suo discorso "al plurale" si riferisce alle educatrici e professioniste che hanno creato con lei nel 1999 il "Centro di Educazione alla Pace e allo Sviluppo" di Galkayo(GECPD) nel Puntland, mentre il suo pensiero corre ai drammi che hanno dovuto affrontare i Somali per i quasi vent'anni di guerra civile (dal 1991), alle donne e i bambini, la fascia più vulnerabile. Proprio per aiutare le donne e le bambine contro la violenza e le mutilazioni genitali femminili (che ha subito lei stessa a 8 anni)ha fondato trent'anni or sono il "Centro di Rilievo e Sviluppo delle Donne". Ora è Direttore Esecutivo del GECPD, per le donne e ragazze povere e senza dimora. Oltre alla difesa contro le mutilazioni genitali femminili e in parte connesse a questa, l'Associazione si occupa di cercare, difendere e promuovere accesso a donne e ragazze a: l'educazione di base e servizi sanitari; l'aumento delle risorse economiche; la partecipazione all'attività politica; nonché promuovere la pace e la riconciliazione tra le comunità somale. Le attività del centro sono molteplici dall'alfabetizzazione (dove 3000 sono le donne e le ragazze che ne hanno preso parte) ai corsi di scuola regolari, all'educazione alla pace, all'educazione sanitaria. Attualmente le ragazze che hanno avuto accesso alla formazione primaria sono 200. Erano state escluse dalla scuola durante la guerra.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Commentare mi pare superfluo:
un grandissimo incoraggiamento, purtroppo solo virtuale a questa moderna eroina.