lunedì 21 aprile 2008

RANIA DI GIORDANIA SU YOUTUBE: UN VIDEO CONTRO GLI STEREOTIPI SULLE DONNE ARABE E MUSULMANE

Da quasi un mese è attiva su YouTube una piattaforma che ha l’ambizione di cercare di “rompere a uno a uno” gli stereotipi sul mondo arabo e islamico. A lanciare l’iniziativa è stata nientemeno che Sua Maestà Rania Al-Abdullah, regina di Giordania. Più di un milione di visitatori, molti dei quali giovani, appartenenti a Paesi, culture e religioni differenti, si stanno confrontando – fino al 12 agosto, Giornata Internazionale della Gioventù – su temi come estremismo e terrorismo islamici, conflitto arabo-israeliano e condizione delle donne arabe e musulmane. Soprattutto “Send me your stereotype” – questo è il titolo della pagina – è un invito rivolto dalla sovrana hashemita, moglie di Abdallah e quindi nuora del compianto “piccolo grande re” Hussein, a “inviarle” proprio gli stereotipi e i pregiudizi sul mondo arabo e musulmano. Che impediscono troppo spesso all’Occidente di apprezzare l’ “universo di meraviglie” di quello che Rania chiama “casa”. Ma essendo ovviamente molto impegnata, la regina chiede l’aiuto degli stessi visitatori per rispondere alle molte domande.
Già tre volte la sovrana hashemita è intervenuta in video e la terza, il 16 aprile, è dedicata proprio agli stereotipi sulle donne arabe e musulmane: sottomissione, violenza, “delitti d’onore”. Questo fenomeno interessa in particolare, ma non solo, i Paesi islamici. “Including Jordan”, ricorda Rania: “inclusa” la Giordania. Anzi, bisognerebbe precisare, è uno degli Stati in cui è più diffuso.
La famiglia reale, svelando il tabù, si è più volta espressa contro questa pratica, in particolare le regine Nour, vedova di re Hussein, e Rania. Purtroppo nel “moderato” Paese, il Fronte di Azione Islamica (IAF), emanazione dei Fratelli Musulmani, si sta imponendo sempre di più e, complice il sistema tribale, i numerosi tentativi di emendare o almeno modificare gli articoli 98 e 340 del codice penale giordano, che garantiscono le attenuanti ai colpevoli di questi crimini, sono finora falliti. Come spiega Norma Khouri, autrice del libro "L'amore ucciso. Un delitto d'onore nella Giordania di oggi" (Ed. Modadori, prima edizione marzo 2003), "l'articolo 340 solleva da qualunque pena coloro che uccidono congiunti di sesso femminile scoperti in flagrante adulterio, e riduce la pena per quanti uccidono congiunti di sesso femminile trovati in situazione di adulterio, come per esempio parlare con uno sconosciuto. Mentre "l'articolo 98 riduce la pena se chi commette un simile delitto ha agito in un impeto di rabbia in risposta a un atto grave e ingiusto da parte della vittima (sono considerati tali voci o sospetti che una donna abbia agito in modo immorale)". Perciò le pene inflitte ai colpevoli sono molto basse e poi può sempre capitare quel giudice corrotto… . Molte donne, loro sì, finiscono in carcere, ufficialmente per essere protette dalla furia maschilista. Da una pratica “orribile e inscusabile”, nella quale, come giustamente sottolineato da Rania di Giordania, “non c’è assolutamente nessun onore”. Tuttavia la più giovane regina del mondo, da molti ammirata non solo per bellezza, eleganza e fascino, ma anche per il suo impegno in difesa soprattutto di donne e minori, assieme ai tentativi di dialogo con l’Occidente, avverte che il delitto d’onore “non è una pratica culturale prevalente. Non ha niente a che fare con l’islam. Non è assolutamente indicativo dello status e della condizione delle donne nella nostra cultura. E va combattuto”.
Basti pensare – questa nota è mia – che in Italia solo dal 1981 (leggesi “millenovecentottantuno”!) non vengono più considerate le attenuanti per i crimini d’onore.
Inoltre Sua Maestà ricorda che la violenza contro le donne “non è un’esclusiva del mondo arabo”, ma una “vergogna mondiale”: 1/3 delle donne è infatti vittima di maltrattamenti e abusi! Non solo, ricorda che i Paesi arabi non sono uguali e che in essi, come la stessa Giordania, la questione femminile sta facendo progressi in più campi: settore pubblico e privato, economico, politico e dell’istruzione.
Rania è accusata dagli estremisti islamici di non rappresentare il mondo arabo – e insultata anche su YouTube!” – perché non porta solitamente il velo, ama la moda occidentale e non sta un passo dietro al marito (re Abdullah in persona ha dichiarato, all’inizio del loro regno, che Rania non avrebbe avuto un ruolo subordinato al suo). D’altra parte l’Occidente considera “occidentalizzata” l’affascinante sovrana. Ma certo che non “rappresenta” l’universo arabo – islamico, spiega lei stessa agli “youtubers”: nessuna donna può farlo! Perché questo non è un tutto monolitico, come non lo donne le donne che ne fanno parte.


Ho parlato troppo! Ecco il link della pagina web di Rania per chi desiderasse visitarla e questo e guardare anche i precedenti video YouTube-Queen Rania's Channel .

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